Analisi sul voto nella nostra Circoscrizione

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L’attenzione mediatica e le polemiche sorte sul voto degli italiani all’estero, nei giorni che hanno preceduto il referendum del 4 dicembre, hanno portato ancora una volta alla ribalta il dibattito sulla correttezza delle modalità di voto e sul reale valore della rappresentanza estera.

La natura di queste polemiche tende a gettare ogni volta sulle spalle dei cittadini italiani all’estero il peso di una situazione che è tutt’altro che loro responsabilità, dato che la poca trasparenza delle procedure di voto non dipende dai cittadini stessi, ma dalle regole stabilite dal Parlamento italiano. A trovarsi nell’occhio del ciclone in questa particolare occasione, è stato però anche l’appariscente contrasto dei risultati emersi all’estero, dove il Sì alle riforme ha prevalso con il 64,7% delle preferenze, rispetto all’esito del voto referendario maturato in Italia. Secondo alcuni, tale incongruenza è stata la prova della reale mancanza di capacità dei cittadini esteri di interpretare le esigenze e i bisogni di un Paese ormai troppo distante da loro, non solo geograficamente, ma anche politicamente.  Nella circoscrizione Africa-Asia-Oceania-Antartide (AAOA), a fronte di un’affluenza del 31,9%, i Sì sono stati il 59,6% e in Australia in particolare, ha votato il 29,33% degli aventi diritto, con una prevalenza dei favorevoli alla riforma del 64,3%.

Ad accendere tuttavia sostanziali dubbi su una tale interpretazione è il confronto tra il risultato referendario e l’analisi storica dei flussi di voto degli italiani nella nostra Circoscrizione, che stride con il fatto che in passato le percentuali di voti andate ai diversi schieramenti sia stata sempre, durante le elezioni politiche (2006, 2008, 2013), profondamente simile all’Italia, a parte rare eccezioni. Per capire questa discrepanza quindi, potrebbe essere utile valutare il peso politico dell’ultimo referendum e come, di conseguenza, l’influenza dei partiti abbia giocato un ruolo determinante sulle decisioni dell’elettorato. Il voto estero infatti potrebbe apparire così dissimile da quello italiano, non perché gli elettori sono distanti dalle esigenze del Paese, ma perché l’attivismo politico dei rappresentanti del Partito Democratico, le campagne pubblicitarie sui mezzi di comunicazione, il supporto della struttura e dei collegamenti e il peso del partito sul territorio, potrebbero aver avuto un impatto determinante. Dall’altro lato, davanti ad un M5S ancora poco appariscente, la destra non ha condotto una campagna altrettanto attiva ed anzi è stata, in alcune occasioni, anche apertamente poco propensa a schierarsi contro la riforma.

Emblematica poi è invece la coincidenza nei risultati misurata sulla composizione dei flussi di voto. In Italia infatti, la marea di preferenze raccolte dal No proveniva per la maggior parte dalle fasce giovanili, dalle periferie e dalle zone più disagiate del Paese, come il Sud, mentre gli over 55 e le classi benestanti hanno espresso un generale sostegno alla riforma. Esattamente in linea con questo dato è il risultato emerso dalla nostra Circoscrizione, composta da cittadini prevalentemente benestanti e ultra 55enni. Non ultimo, è degna di considerazione anche l’influenza esercitata, sicuramente con maggiore peso all’estero che in Italia, dai grandi media internazionali, i quali in larga maggioranza hanno espresso il proprio appoggio per la riforma.

In sostanza, quindi, anche se un terzo dei cittadini esteri dimostrano, a mio avviso, non solo di coltivare ancora un vivo interesse nelle vicende italiane, di seguirle e di comprenderle per quella che è la loro prospettiva politica e generazionale, quella della modifica delle procedure di voto per gli italiani all’estero è una questione sulla quale non si può più soprassedere. Soprattutto, per rendere giustizia proprio a quei cittadini che esprimono il proprio voto con serietà,  senso della democrazia e rispetto delle Istituzioni della Repubblica.

Ai nostri rappresentanti il compito di spingere con forza in questa direzione. 

Luca M. Esposito

(IL GLOBO, Eureka, giovedì 22 dicembre 2016)