Ci siamo ancora

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Sette mesi di pandemia e qualcuno in meno di lockdown, ma nonostante l’invito a levarsi di mezzo e nessun sussidio arrivato da parte delle istituzioni australiane, noi ci siamo ancora. Un enorme numero di migranti temporanei è riuscito infatti a tenere duro e a superare con enormi sacrifici questo periodo assurdo, dove le istituzioni si sono sottratte ai loro doveri politici e sociali, oltre che etici e morali e hanno abbandonato migliaia di lavoratori stranieri in balia della pandemia, mettendo oltretutto così a repentaglio dal punto di vista sanitario l’intera comunità.

Tra questi ci sono anche tanti lavoratori italiani, molti dei quali sono riusciti ad aggrapparsi al supporto messo in piedi grazie alla grande solidarietà dimostrata dalla comunità e al quale negli ultimi giorni, ma solo a Melbourne, si sono unite finalmente anche le istituzioni, dando vita a una convenzione tra Consolato generale e Coasit, che sta cercando di alleviare le tante difficoltà economiche di chi ha dovuto navigare senza àncore o salvagenti un periodo che ha sconvolto il mondo.

Ciò che è accaduto in questi mesi tuttavia non può essere ignorato e non può passare sotto silenzio. È per questo che il Migrant Workers Centre di Melbourne ha organizzato una tre giorni di incontri con lo scopo non solo di tirare l’amaro bilancio di quanto la pandemia abbia impattato sui lavoratori con visti temporanei, ma che metterà anche sul tavolo una serie di proposte per porre fine a un sistema che ormai non riesce più a nascondere tutte le sue intollerabili iniquità e ingiustizie.

La serie di dibattiti si terrà in videoconferenza dal 23 al 25 novembre dalle 5.30 alle 6pm e vedrà la partecipazione di accademici, associazioni, intellettuali, sindacalisti, giornalisti, attivisti e ovviamente lavoratori. Ogni giornata sarà dedicata a un argomento: “sopravvivere la pandemia”, “superare la recessione” e, infine, l’ultima discussione sarà dedicata alla progettazione di idee e proposte per la creazione di nuove reti di sicurezza sociale.

Fin dall’inizio coinvolta nell’organizzazione della Conferenza tramite Enrico Moscon, Nomit contribuirà con le proposte che da anni porta avanti per sanare le ingiustizie a cui sono sottoposti i lavoratori con visti temporanei in Australia:

1) Nuove politiche migratorie non discriminanti e un sistema di visti più chiaro e semplificato, che metta fine allo stato di temporaneità permanente in cui i lavoratori stranieri sono costretti, causa principale di vulnerabilità e sfruttamento. L’istituzione pertanto di un chiaro percorso verso la residenza permanente, introducendo un periodo massimo di sette anni per ottenerla, come suggerito dal giornalista Peter Mares nel suo libro Not Quite Australian.

2) Eliminare le discriminazioni nei diritti dei contribuenti. Tutti i lavoratori che pagano le tasse devono avere accesso al sistema sanitario nazionale e ai servizi sociali che contribuiscono a mantenere con il proprio lavoro.

3) La pensione dei lavoratori non si tocca. Le aliquote fiscali del 65% sulla superannuation di chi lascia l’Australia è un’ipocrisia, perché non si permette ai lavoratori di avere accesso ai visti permanenti e quindi lasciare il Paese per molti non è una scelta; è un’ingiustizia terribile, che colpisce i contributi pensionistici messi da parte con il lavoro, a cui il titolare dovrebbe poter accedere senza costi aggiuntivi e con gli stessi criteri di ammissibilità di qualsiasi lavoratore in Australia.

Per partecipare alla conferenza, libera e gratuita per tutti, basta registrarsi sul sito www.migrantworkers.org.au.

 

Il Globo – Eureka, 5 novembre 2020

 

(Photo by Justice Amoh on Unsplash)

Articolo scritto da

Luca M. Esposito

Luca M. Esposito

Che ci fa uno storico medievale, con un impiego nelle produzioni cinematografiche e appassionato di politica in Australia, è una domanda che continua a rimbombare nella testa di Luca fin dal suo approdo a Melbourne, nel 2012. La continua ricerca di una risposta porta Luca nei mercati, nelle università, nei giardini, nei consolati, nelle farm di galline sparsi per la città, fino ad approdare, come redattore, nella redazione del bisettimanale italiano d’Australia Il Globo, ad occuparsi principalmente di politica italiana. Nel frattempo dedica tutto il suo tempo libero a Nomit, che con molti altri ragazzi, ha contribuito a fondare e costruire sin dal maggio 2013. Un’esperienza che, è convinto, lo aiuterà a placare la sua sete di risposte.