Facciamo la nostra parte

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C’è tempo fino a mercoledì per chiedere di votare anche dall’estero sul referendum per il taglio del numero dei parlamentari

 

Con tutte le ansie, le paure e le difficoltà che stiamo affrontando – nel bel mezzo di una quarantena strettissima che per molti di noi sta significando privazioni che intaccano persino la normale sussistenza, impegnati a cercare di sopravvivvere dopo aver perso il lavoro, intaccato tutti i risparmi, aver resistito durante il primo lockdown, essere stati esclusi dai sussidi, ignorati dalle istituzioni – , sembra una follia mettersi a pensare anche al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari .

Che vuoi che importi di quanti parlamentari avrà l’Italia a chi sta ancora combattendo con le unghie e con i denti per riuscire con le sue sole forze ad arrivare in fondo a questo assurdo periodo, a chi ha visto la propria speranza di vivere un’esperienza in un Paese accogliente e aperto come l’Australia tramutarsi all’improvviso in un incubo. Di chi ha investito migliaia di dollari in corsi universitari e professionali che ora potrebbero non servirgli a nulla, di chi ha gettato il cuore oltre l’ostacolo ed ha deciso di emigrare, magari con tutta la famiglia, oppure a chi magari la famiglia l’ha costruita qui e ora deve fare miracoli per mantenerla. Cosa vuoi che importi della Costituzione italiana a chi ogni giorno si sente abbandonato dalla politica e dallo Stato, sia quello di cui è cittadino, sia quello nel quale ha deciso di vivere e al quale con le tasse ha devoluto per mesi, per anni, una parte del suo stipendio faticosamente guadagnato. Quanto gli farebbe comodo adesso, mentre si arrabbatta a fare qualsiasi cosa pur di mettere un piatto in tavola, avere tutti quei soldi onestamente versati ad uno Stato che ora non ha altro di meglio da dirgli se non di andarsene finché è in tempo. E quanti già se ne sono andati, gettando via sacrifici, investimenti, lotte, che a nulla sono valse. Figurati se chi è ancora qui a lottare giorno dopo giorno può pensare anche ad al referendum.

E invece. E invece proprio esercitare il nostro diritto di essere cittadini, partecipare, dire la nostra, smettere di pensare che non ci riguardi, è l’unica via che abbiamo per combattere l’ingiustizia in cui molti di noi e altri come noi in tutto il mondo si trovano oggi. Quello che il potere non vuole che vediamo è proprio quanto le nostre difficoltà di oggi, la solitudine che sentiamo, non sono figlie di una situazione contingente, ma delle ingiustizie e delle disuguaglianze che in tutto il mondo si accaniscono soprattutto sui più deboli. In Australia, in Italia, ovunque. Una situazione che si è venuta a creare proprio perché tutti noi, immersi nelle nostre difficoltà quotidiane, oggi ancora più drammatiche, facciamo fatica a guardare il quadro di insieme. Un quadro di insieme che invece proprio la nostra Costituzione, che si vorrebbe cambiare con questo referendum, ha ben chiare. Principi che non valgono solo in un territorio come quello italiano, ma che sono universali, di giustizia, uguaglianza, dingità del lavoro, tutela della persona umana.

Partecipare all’imminente referendum, esercitare il proprio diritto di cittadino italiano, ovunque si sia nel mondo, vuol dire quindi dare valore a quei principi e ribadire che seppur in un momento di immense difficoltà, noi non lasceremo mai che qualcuno decida per noi, perché sappiamo che nessuno può decidere per noi. Perché seppur in mezzo a mille ansie, paure, incertezze e problemi, non saremo mai sudditi, ma sempre e solo cittadini, ovunque saremo nel mondo.

Il board di Nomit invita pertanto tutti coloro che sono in Australia con un visto temporaneo e non sono iscritti all’Aire, a richiedere entro mercoledì al proprio comune di partecipare al voto referendario sul tagli del numero dei parlamentari. Per farlo basta scaricare il modulo per esercitare l’opzione di voto all’estero dal sito del consolato generale e inoltrarlo via mail al proprio comune di appartenenza corredato da copia del documento di identità.

Perché saremo anche in mezzo ad una mare di guai e ingiustizie, ma state certi che faremo comunque sempre la nostra parte.

 

(Photo by Priscilla Du Preez on Unsplash)

Articolo scritto da

Luca M. Esposito

Luca M. Esposito

Che ci fa uno storico medievale, con un impiego nelle produzioni cinematografiche e appassionato di politica in Australia, è una domanda che continua a rimbombare nella testa di Luca fin dal suo approdo a Melbourne, nel 2012. La continua ricerca di una risposta porta Luca nei mercati, nelle università, nei giardini, nei consolati, nelle farm di galline sparsi per la città, fino ad approdare, come redattore, nella redazione del bisettimanale italiano d’Australia Il Globo, ad occuparsi principalmente di politica italiana. Nel frattempo dedica tutto il suo tempo libero a Nomit, che con molti altri ragazzi, ha contribuito a fondare e costruire sin dal maggio 2013. Un’esperienza che, è convinto, lo aiuterà a placare la sua sete di risposte.