“Indie ma non troppo”: Avion Travel – Privè

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Scrivere di musica non è materia semplice, ma quando la musica è rappresentazione delicata, frutto di lavoro attento, di composizioni profonde e intime, allora anche il racconto diventa improvvisamente più fluido.

In un tempo in cui fuori tutto sembra correre veloce, a volte troppo, la musica e l’arte ci permettono di donare a noi stessi quegli attimi di intimità dove concederci il privilegio di riassaporare il gusto della bellezza.

Questo privilegio ce lo possiamo regalare con l’ascolto dell’ultimo disco degli Avion Travel, gruppo che, da sempre, unisce classe, eleganza e sapienza musicale a una forma-canzone che entra, a volte delicata, a volte con più forza, nel cuore di chi ascolta.

“Privé” è il nuovo lavoro degli Avion Travel, uscito a distanza di 15 anni dal loro ultimo album di inediti “Poco Mossi gli Altri Bacini” e ascoltarlo mi ha fatto tornare alla mente le parole di uno dei più grandi direttori d’orchestra del mondo, Daniel Barenboim che, nel corso di una conversazione svolta mentre era impegnato in un ciclo integrale delle sinfonie e dei concerti per pianoforte di Beethoven aveva detto di “credere molto nel pensiero ciclico, perché ogni opera di un compositore o scrittore completa quella precedente”.

Esattamente questa è la sensazione che regala l’ascolto di Privé, che pur nella sua unicità, riporta, a mio parere, a un concetto di ciclicità, in particolare alle atmosfere dei primi tre dischi della Piccola Orchestra Avion Travel, “Bellosguardo”, “Opplà” e “Finalmente Fiori”.

Sarà che, dopo molti anni alle prese con progetti solisti e con una formazione ridotta a quattro elementi, gli Avion Travel si sono finalmente riuniti per il Retour del 2014, andato avanti fino all’anno scorso per più di cento concerti.

Il 2017 rappresenta un anno, purtroppo, cruciale per il gruppo casertano: a marzo, infatti, è scomparso improvvisamente Fausto Mesolella, autore, arrangiatore e chitarrista storico del gruppo, la cui chitarra, battezzata ‘l’insanguinata’ dall’amico Samuele Bersani, ha dato corpo, anima e venature rock alla musica degli Avion Travel.

Proprio il 30 marzo, giorno della scomparsa di Mesolella, il gruppo si era riunito per mettere a punto la pubblicazione del nuovo album che quindi, dopo un più che normale periodo di esitazione e riflessione, è stato completato e pubblicato poco più di un mese fa.

Fausto Mesolella ha partecipato alla scrittura di questo disco ed è presente, anche come cantante, in “Caro Maestro”.

Il linguaggio della musica ha, da sempre, ben accompagnato quello del testo nei lavori degli Avion Travel e questa cifra resta ben solida anche in quest’ultimo disco, in particolare nel brano di lancio “Come si canta una domanda”, dove, ha raccontato Peppe Servillo, “il protagonista prende a pretesto una storia d’amore per riflettere sulla natura del linguaggio e sul rapporto tra musica e testo”.

Negli Avion Travel la canzone popolare, l’eleganza e la ricerca musicale, hanno sempre trovato un connubio di rara intensità e non mancherà di sorprendervi, in questo senso, anche l’ascolto di quest’ultimo loro lavoro.

“Due figure abitano questo disco: una amara e l’altra dolce. La prima sfugge alla canzone, la seconda la insegue. Una, diffida delle parole e l’altra si consegna alle parole stesse. È doppia la natura di questo lavoro, come da sempre la natura di questo gruppo che in questi mesi ha rigenerato parte di sé, come un piccolo animale dalla lunga vita, riaffidandosi a se stesso, alla sua piccola storia, alla propria varia identità”, così Peppe Servillo parlando di “Privé”.

Nel disco, oltre agli inediti, anche tre brani eseguiti per la prima volta dal gruppo ma composti e scritti per altri: “A me gli occhi” per Patty Pravo, “Se veramente Dio esisti” per Fiorella Mannoia e il singolo di lancio per Musica Nuda, il progetto in duo di Ferruccio Spinetti, contrabbassista degli Avion Travel, e Petra Magoni.

Marco Patavino

(IL Globo, Eureka, giovedì 21 giugno 2018)