Dai miti degli antichi greci alla ben più profana hit degli 883 “Sei un mito”, il mito ne ha fatta di strada. E nel lungo tratto che separa le divine faccende dell’Olimpo dal “reggiseno a balconcino” inneggiato da Max Pezzali, il valore semantico di questa parola ha visto non poche alterazioni.
Riagganciandosi grossolanamente ad alcuni concetti della fisica, si potrebbe dire che nel corso dei secoli il volume della parola è rimasto lo stesso mentre è cambiato il peso, poiché le accezioni e i significati che il mito si porta dietro oggi sono profondamente cambiati. Così il mito non è più un modo per spiegare una realtà e una natura incomprensibili, ma un processo di idealizzazione attraverso cui persone, tendenze e luoghi diventano icone, idoli, oggetti del pensiero incapsulati in una goccia di perfezione, spesso fittizia. Si parla allora del mito di James Dean e di Ronaldo, del mito della paleo-dieta e delle veline. E, perché no, del mito dell’Italia e dell’Australia che l’immaginario comune trasforma, per ragioni diverse e spesso opposte, in luoghi ideali, terre mitiche, mete di un sogno. Così il Belpaese diventa il paradiso terrestre della bellezza, del gusto e della memoria mentre, dall’altra parte del globo, il regno Down Under assurge a eden del possibile, fortunata terra delle opportunità, dove con la giusta dose di determinazione si può costruire, mentalmente e pragmaticamente, quel futuro che in molti paesi è negato. Ora, la ricerca di Eldorado attraversa la storia dell’umanità per intero e con essa l’incontrollabile tendenza a proiettare su persone e luoghi i propri sogni e il terribile vizio a prediligere un pensiero unidimensionale che semplifica la realtà per dipingerla in bianco e nero. Da qui la profonda disillusione che ci accoltella quando ci rendiamo conto, per l’ennesima volta, che la persona che ci sta accanto assomiglia ben poco al nostro sogno. O che il paese che abbiamo rincorso nella speranza di trovarvi terra fertile dove far germogliare le nostre speranze è più arido del previsto. L’Italia non è solo un museo a cielo aperto nel quale abbeverare la propria anima assetata di bellezza e non è solo un immenso ristorante in cui esplorare le finezze della cucina casereccia. In Australia le possibilità ci sono, ma non per tutti, e l’isolamento del paese non garantisce l’immunità nei confronti di ingiustizie e difficoltà. Eppure chi parte in direzione di una e dell’altra raramente resiste alla tentazione di attribuire a questi luoghi agli antipodi attributi ‘mitici’. Di Australia e Italia ‘terre del mito’ abbiamo parlato nel primo appuntamento di Eureka Radio. Per farlo siamo scesi in strada, abbiamo chiesto ai passanti di parlarci della loro percezione del Belpaese, e abbiamo invitato nei nostri studi di Rete Italia/Il Globo giovani italiani e italo-australiani che ci hanno raccontato la loro versione del mito Italia/Australia. Ognuno con i propri filtri affettivi ed emotivi, ognuno con le proprie piccole e grandi delusioni. Per saperne di più non perdete il primo appuntamento con Eureka Radio.
Eleonora Cavallero
Pubblicato su Il Globo 3-3-2016 / Tutti i diritti riservati
Ecco la prima puntata del programma radio Eureka sul mito di Italia e Australia. Presentano: Margherita Angelucci ed Eleonora Cavallero, ospiti in studio Rosa Campagnaro e James Califano. Regia di Luca M. Esposito
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