Da quando due settimane fa un nuovo lockdown è stato imposto nello Stato del Victoria a causa dell’epidemia, anche molti di coloro che hanno resistito per mesi, dando fondo a tutte le risorse disponibili, si trovano oramai in ginocchio. Si tratta soprattutto, scrive Enrico Moscon nell’ultimo rapporto sul progetto messo in campo da Nomit, di italiani che vivono in Australia da diversi anni, con visti student o skilled/partner, i cui vincoli socio economici sono più stringenti e su cui gli effetti della crisi sono più veementi. Si tratta di famiglie, talvolta con figli piccoli a carico, che hanno eroso i loro risparmi negli ultimi mesi, che subiscono limitazioni lavorative dovute alle tempistiche esasperate del sistema di visti australiani, che talvolta si ritrovano socialmente isolati, o che sperimentano problemi di salute che complicano una situazione già critica.
Di tutti costoro nessuno si cura. Non le istituzioni australiane, che hanno negato loro qualsiasi tipo di sussidio, non le istituzioni italiane, che si sono completamente eclissate nonostante i ripetuti appelli della nostra associazione a supportare il progetto di aiuto messo in campo da Nomit. Cittadini italiani che sono diventati quegli invisibili di cui ha parlato Fabrizio Venturini in un recente intervento su Rete Italia e che è necessario riscattare in nome di quei principi che la nostra Costituzione pone a fondamento dell’essenza stessa della nostra cittadinanza. Sono questi i fari morali ed etici che illuminano oggi la rotta intrapresa da Nomit e primo tra tutti c’è quello della solidarietà, un dovere proprio di chi vuole dirsi cittadino e che infonde linfa ai nostri sforzi, purtroppo oggi quasi isolati.
Raddoppieremo dunque l’impegno per essere accanto a tutti gli italiani che nel Victoria vivono situazioni di difficoltà:
Sono già attivi incontri settimanali in videoconferenza per ascoltare chi si sente abbandonato, perché nessuno deve essere lasciato solo, ma anche per discutere sulle possibili iniziative da intraprendere, per far sentire la nostra voce in modo collettivo e organizzato.
Continua l’operazione di sostegno finanziario “Lampo” per chi ha urgenze immediate.
Si moltiplica lo sforzo per permettere l’accesso di sempre più persone al progetto di mutuo soccorso gratuito “Mano”, cosicché il denaro raccolto grazie alla comunità, possa tornare a svolgere, come bene spiegato da Matteo Salvadego, il suo ruolo di mezzo per un fine.
Noi ce la stiamo mettendo tutta e continueremo a farlo.
(Photo by T R A V E L E R G E E K on Unsplash)