Penalty Rates…capiamoci qualcosa

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Numerosi dibattiti e contrastanti opinioni hanno accompagnato la decisione della Fair Work Commission (FWC) di ridurre le cosiddette penalty rates (per le domeniche e per le fesitività) nel settore dell’hospitality e del commercio al dettaglio. Sul punto, si era già pronunciata la Productivity Commission, l’organo chiamato a verificare l’adeguatezza del sistema di diritto del lavoro e relazioni industriali in Australia, che nel 2015 aveva raccomandato di portare, in alcuni settori, le maggiorazioni della domenica in linea con quelle del sabato. Si concludeva che se da un lato le penalty rates sarebbero state giustificate dalla necessità di compensare i lavoratori per il lavoro durante orari che mal si conciliano con la vita sociale e familiare, dall’altro non si sarebbe potuta giustificare una differenziazione tra sabato e domenica, la quale non tiene conto delle nuove abitudini e preferenze dei consumatori oltre che delle esigenze di chi è disponibile a lavorare solo nei weekend.

 

Ferma restante la difficoltà nel conciliare le varie istanze e punti di vista sulla questione, è importante fornire il quadro all’interno del quale si inserisce la decisione della Commissione, alla quale è attribuito dalla legge il compito di revisione degli Awards, strumenti legislativi di regolamentazione dei rapporti di lavoro suddivisi per settore o occupazione equiparabili ai nostri contratti collettivi. Ebbene, la FWC ha concluso che, a differenza della paga maggiorata per il sabato, la paga oraria prevista da alcuni Awards nei settori sopra indicati  per la domenica e per le festivitá pubbliche non è in linea con gli obiettivi previsti dagli stessi Awards e ha provveduto pertanto a ricalibrarne l’ammontare. In sintesi, la proposta, che sará finalizzata a seguito di ulteriore consultazione con le parti interessate, mira a ridurre le attuali maggiorazioni di una percentuale che va dal 25% al 50%. In linea di massima si tratta, per le festivitá pubbliche, di un decremento dal 275% al 250% (da 2 volte e ¾ la paga oraria a 2 volte e mezzo) per i lavoratori casual e dal 250% al 225% (da 2 volte e mezzo la paga oraria a 2 volte e ¼) per i lavoratori a tempo indeterminato (full time o part time). Per la domenica, invece le riduzioni variano a seconda dello specifico Award (ce ne sono ben quattro diversi per il settore dell’hospitality), e oscillano da 175% a 150% o da 150% a 125% nell’hospitality da 200% a 175% o 150% nel settore del commercio al dettaglio. Per capire quale siano le motivazioni alla base dei combiamenti proposti, è necessario fare un passo indietro e analizzare la portata di questo importante provvedimento.

 

La decisione in oggetto è frutto della revisione quadriennale degli Awards, in relazione ai cui obbiettivi, la FWC è chiamata a verificare l’aderenza delle singole previsioni, e a modificarle, se necessario. È un sistema di controllo affidato ad un organo indipendente al fine di mantenere nel tempo il dettato degli Awards in linea con gli obiettivi programmati e garantire il necessario livello di protezione minimo per i lavoratori occupati nei relativi settori. Alla base della decisione vi è la ratio delle maggiorazioni, che consisterebbe, ai sensi del dettato normativo, nel compensare i lavoratori per la prestazione lavorativa in giornate quali i weekend e le festività, in cui hanno normalmente luogo le maggiori attivitá sociali e familiari.

 

Il Tribunale industriale ha avviato le consultazioni e negli ultimi due anni ha raccolto una serie di deposizioni provenienti dalle parti interessate. Dall’analisi condotta sarebbe emerso che mentre le maggiorazioni previste per il sabato sono in linea con gli obiettivi degli Awards oggetto di revisione, la domenica e le festivitá richiedono invece un aggiustamento. A tale conclusione si è giunti utilizzando, ai fini della verifica della necessitá della maggiorazione, una serie di parametri tra cui: i) l’effettivo impatto del lavoro domenicale o festivo sui lavoratori e il reale grado di sconvenienza per gli stessi;  ii) la presenza di altre indennità e/o maggiorazioni della paga base in virtù del settore regolamentato; iii) la misura in cui la prestazione lavorativa durante il weekend e le festività costituisce una caratteristica del settore in cui si sceglie di svolgere la propria prestazione lavorativa. Alla luce di tali parametri e in base alle testimonianze raccolte, la Commissione ha dunque deciso di ridurre le maggiorazioni nella misura sopra riportata nei settori sopra descritti, sottolineando come la proposta non possa estendersi ad altri settori, che necessitano di previa dettagliata analisi ad hoc.

 

Sebbene non costituiscano la principale ragione per il provvedimento in oggetto, la Commissione ha elencato una serie di possibili vantaggi, sebbene non facilmente quantificabili, che potrebbero scaturire dalla riduzione delle Penalty Rates, tra cui la funzione preventiva di violazioni della normativa in tema di salario minimo,  maggiori servizi a disposizione per la comunità durante i weekend e le feste, e più ore di lavoro offerte ai lavoratori.

 

Tra le argomentazioni contro la decisione della Fair Work Commission, spicca l’osservazione per cui un provvedimento tale andrebbe a penalizzare fasce di popolazione il cui reddito è già di per sé basso. Molti inoltre lamentano che i tagli alla paga maggiorata, se attuati per venire incontro alle scelte dei consumatori in una modello di società che opera 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, non sarebbero giustificati, dal momento che la richiesta di lavoro durante i weekend non è applicabile a tutti i settori. Seppure comprensibili in termini assoluti, tali considerazioni esulano dalla logica seguita dalla Commissione, chiamata per legge a pronunciarsi sul punto in maniera vincolante, e non tengono forse conto delle diverse forme di compromesso cui una serie di lavoratori impiegati in altri settori è dovuta nel tempo addivenire per mantenersi al passo con le nuove forme di organizzazione del lavoro.

Maria Azzurra Tranfaglia