“La politica è l’arte del possibile: tutta la vita è politica” scriveva Cesare Pavese, strappando con poche semplici parole il velo di ipocrisia che copre la retorica di chi ritiene di avere il diritto di decidere chi deve occuparsi di politica e chi no. Una retorica subdola basata sulla convinzione di una superiorità morale di chi la utilizza e che mira semplicemente a mantenere immutata a vantaggio di questi lo status quo. Una retorica che sfrutta la buona fede di chi ascolta ponendosi su un piedistallo etico elevato rispetto agli altri e da quel piedistallo giudica, dividendo chi può e chi non può permettersi.
Invece, come dice Pavese, “tutta la vita è politica”, la vita di tutti, e da questa verità, semplice, ma non neutra, non ci si può sottrarre, si può solo prenderne atto e agire di conseguenza.
Per Nomit, che tutta la vita fosse politica è sempre stato chiaro e tutte le scelte fatte dalla nostra Associazione, fin dalla sua fondazione, sono state fatte con la consapevolezza profonda che esse fossero prima di tutto e soprattutto scelte politiche.
Il principio di solidarietà, che ispira molta parte della Costituzione della Repubblica Italiana, è un principio politico con radici profonde e ispirandosi ad esso Nomit ha fatto consapevolmente una precisa scelta politica. C’è chi questa scelta fa finta di non vederla, c’è chi non la vuole vedere. Noi ci rivolgiamo a tutti gli altri, coloro che non temono la parola politica, perché da essa non hanno nulla da temere, che non si nascondono, perché la loro coscienza è limpida e il loro animo aperto.
Decidere di dedicare il proprio tempo all’assistenza di persone che arrivano in un Paese diverso dal proprio è una scelta politica. Farlo in modo volontario, in nome del principio di solidarietà, è una scelta politica. Offrirsi di inserire il proprio progetto di assistenza all’interno di una collaborazione con le istituzioni che rappresentano lo Stato italiano è una scelta politica. Una scelta politica che mira a riavvicinare i giovani della nostra generazione e gli emigrati italiani degli ultimi anni a delle istituzioni verso le quali c’è un sentimento diffuso di diffidenza e che invece esistono proprio per essere accanto ai propri cittadini. Non accettare collaborazioni con chi sfrutta l’emigrazione per profitto è una scelta politica. Perché per Nomit le persone vengono prima del profitto e la libera attività di impresa deve essere sempre subordinata all’utilità sociale. Una scelta che si paga cara in termini di difficoltà finanziarie, con cui la nostra associazione ha dovuto fare i conti fin dall’inizio.
Combattere in prima linea e denunciare lo sfruttamento dei lavoratori migranti temporanei è una scelta politica. Essere accanto agli sfruttati e difendere i loro diritti è una scelta politica. Dialogare con tutte le realtà territoriali che si battono per la giustizia sociale e per la tutela dei diritti dei lavoratori è una scelta politica. Informare i lavoratori su come essi stessi possano difendere i propri diritti è una scelta politica. Confrontarsi solo con quelle imprese che rispettano i diritti dei lavoratori è una scelta politica. Chiedere alle Istituzioni e alle organizzazioni della comunità italiana di supportare e battersi per la salvaguardia dei diritti dei ragazzi italiani che lavorano in Australia è una scelta politica.
Proiettare per primi in Australia un documentario sulla trattativa tra lo Stato e la mafia è una scelta politica. L’impegno antimafia è una scelta politica, come lo sono le iniziative per promuovere la cutura italiana contemporanea. Scelte che mirano a superare gli stereotipi e vogliono mostrare la parte più sana della nostra terra di provenienza. Impegnarsi perché la voce dei migranti con visti temporanei sia ascoltata all’interno della società australiana è una scelta politica. Bussare alla porta delle istituzioni in Italia e dei media italiani per esigere che non si usi il fenomeno dell’emigrazione in modo banale e retorico, senza capirne i profondi risvolti sociali, è una scelta politica. Esortare le persone ad informarsi è una scelta politica. Lavorare per mettere in contatto tramite i media comunitari le nuove generazioni di emigrati con l’ emigrazione tradizionale è una scelta politica.
Rispettare il nostro diritto di avere la cittadinanza italiana è una scelta politica, che non può prescindere anche dai doveri che un tale diritto porta con sé. E pertanto sostenere e invitare i nostri connazionali a prendere parte alla vita politica del Paese del quale sono cittadini è una scelta politica. Schierarsi a difesa della nostra Costituzione ogni qualvolta è minacciata è una scelta politica. Chiedere che la Costiuzione della Repubblica sia attuata e non modificata è una scelta politica. Impegnarsi a diffondere i valori della Costituzione della Repubblica italiana è una scelta politica. Battersi contro qualsiasi tentativo di togliere alle persone diritti, sociali, di salute, civili e politici, è una scleta politica. Opporsi a chi vuole strapparci il nostro diritto di cittadini di essere rappresentati nel Parlamento della Repubblica è una scelta politica.
Sono molte le scelte politiche che Nomit ha deciso di intraprendere in ogni suo passo e che fa ogni giorno. Il loro elenco potrebbe durare ancora a lungo, ma per il momento ci fermiamo qui. Convinti che questo basti a coloro che vogliono aprire gli occhi e capire e che non ci stanno a farsi prendere in giro da chi, in malafede e per i propri interessi personali, vuole impedire che Nomit continui a fare le sue scelte politiche.