Quarto rapporto parziale sul progetto RCE Covid-19 – 31 agosto 2019

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Martedì, su proposta del governo Morrison, il Parlamento federale, finalmente tornato a riunirsi, ha deliberato l’estensione per ulteriori sei mesi dei programmi di aiuto JobSeeker e JobKeeper. Sebbene con il tempo l’ammontare dei sussidi verrà con poca lungimiranza ridotto, la notizia resta confortante per i molti lavoratori e le molte attività che potranno continuare a usufruirne. Le misure non saranno però estese nemmeno stavolta per tutti coloro che ne erano rimasti esclusi, rendendo le loro condizioni ancora più difficili e precarie.

Tra questi ci sono molti italiani con visti temporanei, ai quali Nomit sta cercando con ogni mezzo di continuare ad assicurare un aiuto, grazie al grande sforzo di solidarietà compiuto ad aprile dalla comunità italiana. Al 31 agosto ben 207 persone hanno usufruito del supporto messo a disposizione dall’Associazione, per un totale di fondi restituiti alla comunità che ammonta a $54.800, di cui $20.800 per i 208 aiuti Lampo da $100 e $34.000 per i 68 aiuti Mano da $500 ciascuno.

Nell’ultimo mese si è tuttavia assistito a un incremento nelle richieste di assistenza di persone con visti di più lunga permanenza, segnale di come il protrarsi della crisi stia, da un lato, spingendo quanti di più recente immigrazione a lasciare il Paese; dall’altro, dimostrando che chi risiede in Australia da diversi anni sta subendo più duramente le conseguenze di una così lunga emergenza, e questo nonostante gli sforzi per resistere, tra ristrettezze e incertezze, durante tutti questi mesi. Il protrarsi della crisi per un periodo così lungo, unito a un sistema che da anni sfrutta le migrazioni con una colpevole miopia, hanno spinto molti ad andarsene, molti altri a tenersi lontani dall’Australia, e quanti rimangono, a trovarsi in situazioni di indigenza ed esclusione sociale.

La cosa che va assolutamente chiarita, guardando a tutte queste situazioni, è che il ritrovarsi in condizioni del genere non è responsabilità dei lavoratori con visto temporaneo: impossibilitati dalle politiche migratorie e dal sistema dei visti ad accedere a lavori meno precari o con meno limitazioni rispetto a un normale lavoratore, non è colpa loro se non hanno potuto risparmiare a sufficienza per far fronte alla disoccupazione, che subiscono più di qualsiasi altra categoria durante questa emergenza; non è colpa loro se non hanno abbastanza soldi per pagare l’affitto, fare la spesa, pagare la prossima rata della scuola; tantomeno è colpa loro se, durante questo periodo difficile, non sono in grado di far fronte a spese mediche impreviste.

La responsabilità è dei governi, delle decisioni che negli anni hanno disegnato la politica migratoria e che negli ultimi mesi hanno escluso i migranti temporanei da ogni forma di sostegno. Nomit ha pertanto elaborato una “Agenda di sopravvivenza” da sottoporre ai decisori istituzionali e che comprende una serie di misure da adottare per cercare di rendere meno iniqua e ingiusta la vita degli emigrati con visti temporanei.

Tra queste c’è l’estensione della Medicare per qualsiasi migrante temporaneo oltre la scadenza del 18 settembre e fino alla fine del 2020; prolungamento fino a fine 2020 della free child care; rivisitazione dei costi delle scuole fino alla fine dell’anno, con la previsione di una parziale esenzione dalle prossime rate come parziale rimborso per le limitazioni dei servizi durante i mesi del lockdown; estensione con effetto immediato del periodo di validità dei visti per un periodo di tempo equivalente al lockdown per tutti i migranti temporanei residenti in Victoria.

 

Scarica l’intero quarto rapporto sulla Risposta Comunitaria Emergenza Covid-19 redatto per Nomit a cura di Enrico Moscon

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