Work in Progress 2017: a tutto campo nella difesa dei diritti

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Crescendo in Italia il primo maggio è sempre stato un giorno di festa, ma soprattutto di riflessione sociale e politica, nell’accezione più letterale di impegno in veste di cittadini.

Proprio in continuità con questo impegno, l’associazione Nomit (Italian Network of Melbourne) ha trasformato qui a Melbourne la Festa internazionale dei lavoratori in un’occasione di discussione e informazione incentrata nello specifico sui diritti dei lavoratori.

Quest’anno, la quarta edizione del Forum ‘Work in Progress’ ospitato dall’Immigration Museum per il forte sostegno di Jan Molloy, Program Coordinator di Museum Victoria, si è svolto davvero a ‘lavori in corso’ per via dei recenti cambiamenti sui visti 457 e le pratiche per l’accesso alla residenza permanente e alla cittadinanza annunciati dal governo Turnbull. Ma non è ancora chiaro quali conseguenze avranno queste modifiche sul futuro di moltissimi lavoratori migranti, che vedono il loro destino in Australia diventare sempre più precario, più a lungo.

Un tema affrontato in apertura dall’editor del magazine ‘Inside Story’ Peter Mares, il quale già nel suo  saggio “Not Quite Australian: how temporary migration is changing the nation” (Text publishing, 2016), aveva sottolineato l’urgenza per l’Australia di dedicare più attenzione ad una serie di politiche immigratorie che rischiavano di creare una classe di “new metics”, ossia di lavoratori privi di diritti civili e politici. “Un rischio che potrebbe aumentare – ha detto nel suo intervento – con l’eliminazione del visto 457 e un accesso alla residenza permanente sempre più complicato”. “Il problema non è solo ristretto all’ambito della gestione dei lavoratori migranti – precisa Mares -, ma ha un forte significato politico, perché il nuovo scenario potrebbe creare una fascia sempre più consistente di persone attive per le quali la temporaneità diventa permanente, passando da un visto temporaneo all’altro. Con tale sistema, al contributo economico e umano di questa categoria alla società non corrisponderà però un riconoscimento ufficiale come parte integrante di quest’ultima. “Una situazione che – avverte Mares – rischia di minare le radici profonde della coesione sociale australiana”.

Una preoccupazione, quella espressa dal giornalista, che si concentra sul valore dei diritti condivisi all’interno della società e che trova sponda nell’impegno portato avanti da Gabrielle Marchetti, avvocato dell’associazione Job Watch per cui la difesa dei diritti dei lavoratori è uno dei tasselli importanti di questa inclusione sociale. Le minacce, anche da questo punto di vista, si concentrano sui soggetti più vulnerabili, proprio i lavoratori temporanei, che l’avvocato mette in guardia dalle trappole più comuni disseminate principalmente all’interno della rete. “Ci vuole molta attenzione”, sottolinea Gabrielle, la stessa attenzione che Luke Ryan, ispettore senior del Fair Work Ombudsman, intervenuto dopo di lei, invita ad avere soprattutto quando si decide di affrontare il lavoro nelle zone rurali. Un’attenzione che deve essere ugualmente posta anche nella ricerca dell’impiego, che soprattutto per coloro che sono altamente qualificati non è sempre un compito facile. Alla chiusura del Forum, un panel specifico è stato dedicato a questo argomento, in un confronto, gestito dalla coordinatrice di Nomit Maria Azzurra Tranfaglia, tra personalità appartenenti a diversi ambiti professionali.

La career coach, Marina Pitisano,  ha offerto un quadro dell’evoluzione futura del mercato del lavoro, che passerà per una maggiore richiesta dei cosiddetti impieghi ‘Steam’ (dall’inglese scienze, tecnologia, ingegneria, accademia e arte, matematica) e quelli legati al settore dei servizi ai bambini e agli anziani. Questo ambito in particolare è stato analizzato da Robert van Duuren, di ‘My Care’ che ha dato anche spunto allo specialista di sviluppo economico dello Yarra Valley Council Luigi Zarro per allargare la visuale sull’industria agroalimentare alle porte di Melbourne, dove i datori di lavoro hanno una forte necessità di manodopera, ma anche di network competenti e attendibili sviluppati sul territorio per ricercare i lavoratori di cui necessitano. Un incontro tra domanda e offerta che diventa un tassello fondamentale per un corretto sviluppo del mercato del lavoro, come allo stesso tempo è importante che chi cerca un’occupazione specifica e ha le qualifiche per farlo segua un percorso coerente.

In questo senso, i membri di Nomit impiegati nei diversi settori lavorativi, alla conclusione dell’incontro, hanno messo a disposizione dei presenti le proprie esperienze. “L’evento è stato un successo dal punto di vista della partecipazione – commenta soddisfatto il responsabile della comunicazione di Nomit Matteo Salvadego -. Sono stato colpito dall’adesione di numerosi addetti ai lavori”. “Momenti come questi – dice Luigi Zarro – hanno una grande utilità, non solo per la qualità degli interventi che possono interessare a diversi livelli anche coloro che non sono ragazzi appena arrivati in Australia, ma anche perché, tramite queste occasioni potrebbe essere possibile portare avanti anche azioni di lobbying strutturate nei confronti degli attori politici”.

E mentre da un lato la partecipazione è stata molto ampia, una stonatura di quest’anno, avvertita dagli organizzatori, è stata quella della presenza meno numerosa del solito di giovani. “Il nostro target sono soprattutto le fasce più vulnerabili dei lavoratori – commentano alcuni membri di Nomit – è importante riuscire a raggiungerli con una corretta informazione; e questo è l’obiettivo principale del Forum”. Anche perché, sono convinti, questo tipo di iniziative non si restringono solo all’ambito australiano o al mondo del lavoro, ma in questo momento hanno un’importanza molto più ampia.

“Oggi il mondo è in un momento molto difficile. Un’ondata migratoria senza precedenti sta investendo l’Europa e in generale i Paesi occidentali. Migliaia di persone innocenti, tra cui centinaia di bambini giacciono sul fondo del Mediterraneo e milioni di disperati che scappano dalla guerra e dalla fame sono preda dei trafficanti di uomini. Nello stesso tempo, dopo dieci anni di crisi economica, le disuguaglianze stanno crescendo, impattando sulla stabilità sociale ed erodendo i diritti conquistati in passato. Tra questi diritti ci sono quelli dei lavoratori, che sono un pilastro delle stesse istituzioni democratiche. L’evento di oggi ha significato non solo per proteggere questi di diritti, ma anche per ricordarci che il miglior modo per farlo è conoscerli, rispettarli e diffonderli. La conoscenza è essenziale non solo per le nostre vite, ma anche per permetterci di proteggere i diritti di chi è più debole e, costretto a lasciare le proprie case e le proprie famiglie alla ricerca di una vita migliore, non ha gli strumenti per farlo”.

Chi è stato qui oggi, l’ha fatto anche per questo.

 

Nomit

 

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