ATLANTE ELETTORALE: Allegra Salvadori per il Partito Democratico

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Allegra Salvadori

Candidata Per il Partito Democratico Al Senatoallegra-salvadori

Biografia

Mi chiamo Allegra Salvadori, ho 41 anni, vengo da Firenze, e da Novembre 2015 vivo a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, con mio marito Iacopo e nostra figlia Viola. Qui ho lavorato per le Nazioni Unite, come loro Editor in Chief di pubblicazioni governative annuali sulla sostenibilità e i cambiamenti climatici.

Come l’attività che sta svolgendo all’estero, l’ha aiutata a conoscere i particolari bisogni degli italiani nel mondo?  
 Prima di approdare in Medio Oriente, ho vissuto a Londra 4 anni, dal 2011 al 2015, periodo di fervore politico in cui ho lavorato al Partito Democratico di Londra, costituendo dei gruppi di lavoro su tematiche fondamentali come il Gender Gap, l’inclusione e la diversità, il lavoro giovanile e la lotta agli stages non retribuiti. Mi sono preoccupata, inoltre, di tradurre efficaci modelli legislativi, economici o di semplice educazione civica, attivi nel Regno Unito ed in altri paesi, e comunicarli all’attuale Governo Italiano tramite il Partito Democratico: asili nido gratuiti, assegno di sostegno alle famiglie disagiate, sunset laws, eliminazione di dati discriminatori dal curriculum vitae sono solo alcune delle idee pratiche su cui abbiamo lavorato. Nel 2013, vengo eletta Delegata per il Regno Unito, nell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, nella Circoscrizione Estero. Lavoro a stretto contatto con i Circoli del PD Europa, su un programma comune per portare al Governo le istanze, la voce degli Italiani residenti all’estero. In quegli anni, le emigrazioni sono più che triplicate, passando da 51mila a 157mila all’anno, in particolare i flussi sembravano concentrarsi verso il Regno Unito. Ho quindi cercato di assistere questa nuova emigrazione, tenendo conto delle necessità sempre crescenti di chi lasciava l’Italia e sostenendo le attività dello sportello di aiuto “Primo Approdo”, promosse dal Consolato Italiano a Londra, volte a dare un efficace supporto alla nuova emigrazione degli Italiani nel Regno Unito. La mia passione politica ed il mio conseguente impegno non sono cambiati e continuano a volgere sugli stessi temi e valori, diritti.
 
In che misura lei è in contatto con il resto della comunità degli italiani all’estero? 

Da quando sono arrivata a Dubai, nel Novembre del 2015, mi sono subito interessata alla vita sociale di questo paese, per conoscerne le dinamiche e comprendere le esigenze. Mi sono ben integrata nella comunità, grazie anche alla costante relazione e continuo scambio con il Consolato e l’Ambasciata, le Nazioni Unite ed i vari rappresentanti degli enti ed organizzazioni Italiane in loco. Questa candidatura tuttavia, richiede che questo mio interesse verso la comunità e le sue esigenze, non abbia confini, e varchi quindi i limiti territoriali, arrivando a toccare i connazionali residenti in tutta la circoscrizione. Come nuova candidata, e col poco tempo a disposizione, al momento il mio modo di toccare le comunità in Africa, Asia, Oceania ed Antartide, passa necessariamente attraverso i social network e la rete. Riesco a contattare quotidianamente Italiani in Cina, in Australia, persino in Africa semplicemente “chattando” o tramite skype. Non ci sono limiti quando c’è la volontà di condividere le idee e trovare soluzioni, discutere di temi che ci stanno a cuore. Siamo la generazione skype, che vive all’estero e che per chiamare i genitori usa internet. Io faccio la stessa cosa da Dubai con la comunità italiana a Shanghai, Tunisi, Sydney, e cosi via. Tutti i giorni. Ho anche creato un sondaggio online che ho condiviso su vari gruppi Facebook “Italiani in….”, dove chiedo quali sono le istanze degli Italiani residenti all’estero per cui battersi. Ho ricevuto centinaia di risposte, idee…..vogliamo tutti le stesse cose infondo…
 
Un punto del suo programma è la “riforma dell’AIRE” mentre qualche anno fa, in un suo articolo, si interrogava sull’utilità dei COMITES. Cosa proporrà per rendere queste due realtà più funzionali e inclusive anche per la nuova emigrazione italiana?

Sono molto felice di sostenere l’A.I.R.E. ed il lavoro che sta portando avanti, enorme e fondamentale, ma vorrei farlo ottimizzando al massimo energie, tempi e costi. Chi lavora all’A.I.R.E., in Consolato, nei Comuni italiani, negli enti che assistono gli Italiani residenti all’estero, sa bene di cosa parlo. Non ci sono risorse. Oggi però abbiamo nuove tecnologie che potrebbero semplificare questa mole di lavoro, e abbattere tutta la burocrazia esistente. Ad esempio, la pubblica amministrazione italiana ha lanciato lo SPID, (Sistema Pubblico di Identità Digitale) il nuovo sistema di login che permette a cittadini e imprese di accedere con un’unica identità digitale, da molteplici dispositivi, a tutti i servizi online di pubbliche amministrazioni e imprese aderenti. Questo sistema è al momento sotto fase pilota in varie città del mondo, non solo in Italia. C’è un’urgente necessità di comunicazione, di connettere le persone ma soprattutto gli uffici affinché l’informazione sia una ed una sola, chiara ed accessibile a tutti. La mia esperienza di COMITE non è stata particolarmente positiva e risiede tutta nel Regno Unito. I finanziamenti erano sbagliati, allocati in modo superficiale e senza controllo, le spese riportate erroneamente, i costi elevatissimi e soprattutto non c’era nessun tipo di interazione con la comunità giovane, l’emigrazione massiva che stava inondando il Regno Unito, nello specifico Londra. Provavamo a partecipare alle riunioni, ma a due ore dall’incontro venivano annullate.  Mi sono fatta domande lecite e mi sono data risposte basandomi sulla mia esperienza personale. Dove risiedo al momento, i COMITES stanno aspettando di essere approvati. Mi auguro che facciano un buon lavoro a supporto di tutti gli Italiani residenti, nessuno escluso.  È importante a mio avviso, portare avanti un lavoro fondamentale, con buon senso ed intelligenza, nel senso vero della parola: il saper comprendere le necessità attuali ed urgenti degli Italiani in Italia ed all’estero oggi, e presentarle come un progetto da compiere e completare. Questo è l’obiettivo della mia candidatura.

Intervista a cura di Fabrizio Venturini