Antonio Amatulli
CANDIDATO ALLA CAMERA PER LIBERI E UGUALI
Biografia
Sono pugliese di origine, in Sudafrica dal 2013, collaboro con il Comitato Dante Alighieri di Pietermaritzburg fino a ricoprirne la carica di Presidente dal 2015 al 2017. Nel frattempo inizio a lavorare anche per il Comitato di Durban fino a ricoprirne la carica di Coordinatore, dal 2014 ad oggi. Stringendo l’intesa fra le due città, mi adopero affinché la Dante Alighieri aumenti la sua visibilità sul territorio, stringendo sinergie e partenariati con importanti enti pubblici e privati.
Il candidato Antonio Amatulli ci comunica che, per questioni di tempo, non e’ riuscito a rispondere a tutte quelle domande ricevute che vedete in grassetto. Ci rimette pero’, una risposta cumulativa che pubblichiamo di seguito.
Come l’attività che sta svolgendo all’estero, l’ha aiutata a conoscere i particolari bisogni degli italiani nel mondo? In che misura lei è in contatto con il resto della comunità degli italiani all’estero? Liberi e Uguali nasce anche in opposizione all’attuale legge elettorale. Lei cosa ne pensa di detta legge, a cominciare da quel suo emendamento che permette a cittadini residenti in Italia, di candidarsi nella Circoscrizione Estero?
I comitati della Società Dante Alighieri nel mondo rappresentano un importante collegamento con le comunità italiane all’estero. Tutti i membri della comunità, piccola o numerosa che sia, prima o poi hanno a che fare con il comitato. Vi hanno insegnato italiano, quando c’era urgenza di insegnare italiano ai piccoli e non esistevano né le risorse finanziarie né la facilità della mobilità moderna per impiegare insegnanti qualificati dall’Italia, vi hanno poi portato i propri figli e nipoti a studiare l’italiano. Ogni comunità italiana all’estero era ed é impegnata nel difficile tentativo di tramandare la propria cultura alle future generazioni. Da qui l’importanza centrale e strategica che il comitato Dante Alighieri riveste all’estero. Comitato che viene a dunque a essere per queste ragioni una straordinaria vedetta dalla quale osservare i nostri connazionali, il loro orgoglio per le conquiste del passato, i loro bisogni per il futuro.
Se parliamo di comunità italiane all’estero dobbiamo oggi parlare di lavoro, cooperazione e sviluppo. Le tante associazioni hanno da decenni saputo stabilire un dialogo prezioso con Paesi e istituzioni straniere.
E’ proprio sui tanti connazionali, di vecchia e recente immigrazione, che dobbiamo puntare per disegnare nuove strategie di sviluppo economico e arricchimento culturale reciproco.
Sono moltissime le associazioni di italiani all’estero, in tutti i continenti, di natura e con obiettivi svariati.
Da quelle di più antica fondazione di tutela e assistenza a quelle ludico-ricreative, a quelle di stampo culturale e imprenditoriale di più recente fondazione, la realtà associazionistica italiana é tutt’altro che in crisi, anzi in continuo fermento ed evoluzione.
Occorre che il nostro Paese sia più attento a questa evoluzione ponendo la giusta attenzione alla mutata composizione delle nostre associazioni. Giovani di recente emigrazione, giovani laureati, ricercatori,
tecnici, imprenditori, personale qualificato e studenti con interessi svariati (culturali, imprenditoriali, etc), continuano a sognare un’ Italia migliore, che valorizzi il proprio capitale umano, che faccia da culla a nuove idee e nuovi progetti, che con i suoi elementi migliori riconquisti un ruolo di guida nel mondo.
Occorre far leva su di loro per una nuova identità italiana, aperta al mondo e desiderosa di mettere in pratica le proprie idee e passioni per produrre un futuro migliore. Incentivare un’ associazionismo fondato sullo scambio di esperienze professionali, multi e interculturali.
Sono tante le cose che si possono facendo squadra tra tutti gli attori italiani del territorio. Sta a noi darci da fare, sta a noi lavorare per il bene comune.
Intervista a cura di Fabrizio Venturini