Indennità di disoccupazione: esiste anche per i lavoratori rimpatriati dall’estero

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In pochi ne sono a conoscenza, e per questo nelle ultime settimane, il Patronato Inca ha avviato una campagna di informazione e contattato anche lo sportello Welcome di Nomit al Consolato generale di Melbourne per spargere il più possibile la voce tra i ragazzi che vengono a lavorare in Australia. “E’ molto importante – spiega Fabio Sandonà del Patronato Inca di Melbourne – diffondere l’informazione che c’è la possibilità, per cittadini italiani che hanno lavorato per un periodo all’estero, di richiedere una indennità di disoccupazione dedicata appositamente ai lavoratori rimpatriati”. In pratica, i cittadini italiani che hanno svolto un periodo di lavoro fuori dai  confini nazionali, compresi ovviamente anche quelli che hanno lavorato in Australia, e che sono rimasti disoccupati per eff etto del licenziamento o del mancato rinnovo del contratto di lavoro stagionale da parte del datore di lavoro all’estero, possono richiedere che gli sia riconosciuta dall’Inps una indennità di disoccupazione, che gli sarà riconosciuta, se rispondono a una serie di requisiti, una volta rientrati in Italia. Per accedere alla prestazione il lavoratore italiano rimasto disoccupato deve essere rimpatriato entro 180 giorni, ossia 6 mesi, dalla data di cessazione del rapporto di lavoro che ha svolto all’estero e aver reso la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro entro 30 giorni dalla data del rimpatrio.
L’entità della somma che il lavoratore andrà a percepire varia sulla base delle retribuzioni convenzionali determinate nell’anno di riferimento della prestazione e viene erogata per un massimo di 6 mesi. Un sostegno economico non irrilevante in un periodo, come quello del rimpatrio, sempre delicato in termini di ambientamento. La domanda per accedere all’indennità  va inoltrata, o direttamente all’Inps per via telematica, allegando una documentazione che attesti il lavoro svolto all’estero e il conseguente licenziamento o il mancato rinnovo del contratto, oppure ci si può rivolgere direttamente al patronato del proprio territorio, che aiuterà il lavoratore nel disbrigo delle pratiche per ottenere l’indennità una volta rientrato in Italia.