Pubblicato il mese scorso il rapporto “No place like home” della UNSW Human Rights Clinic diretta da Bassina Farbenblum. Una dettagliata indagine sulle condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposti gli studenti internazionali nel mercato immobiliare delle più grandi città australiane.
Lo scorso febbraio il ministro dell’Istruzione federale Dan Tehan ha affermato che il settore dell’istruzione internazionale in Australia ha una reputazione di “livello mondiale” e ha contribuito nel 2018 per 34 miliardi di dollari all’economia locale, un incremento del 15,3% rispetto all’anno precedente. Secondo Tehan, questa reputazione eccellente dell’Australia ha permesso nel 2018 di raggiungere il record di 690mila studenti internazionali, i quali – sottolinea la nota del ministero – pagano le tasse per l’accesso ai corsi e spendono molto per mantenersi.
Viste queste premesse sarebbe quindi lecito aspettarsi, da parte delle Istituzioni, una particolare attenzione alle condizioni in cui le migliaia di studenti internazionali vivono durante la loro esperienza di studi in Australia, un elemento che, per la reputazione del Paese tanto cara al ministro, non è affatto secondario.
È a questo proposito che diventa quindi molto interessante la lettura di un rapporto realizzato dagli studenti della Human Rights Clinic dell’Università del New South Wales e pubblicato il mese scorso dopo un’indagine durata 18 mesi sul mercato immobiliare della città di Sydney. Lo studio ha infatti messo in luce le diffuse condizioni di illegalità e sfruttamento economico alle quali sono sottoposti un numero enorme di studenti internazionali, sempre più costretti a vivere in condizioni abitative disagiate non solo a Sydney, ma in tutte le più grandi città australiane. Una circostanza che, sottolinea il rapporto, può seriamente minare il benessere fisico, emotivo ed economico degli studenti internazionali e, in molti casi, il loro diritto umano fondamentale a un alloggio adeguato.
Pubblicata lo scorso 9 luglio, la relazione No place like home descrive in dettaglio le pratiche di sfruttamento che gli studenti internazionali incontrano nel mercato immobiliare, in particolare nella città di Sydney, evidenziando come in un settore carente di regole precise, i proprietari sfruttino la vulnerabilità degli studenti internazionali e la loro mancanza di conoscenza delle condizioni locali e dei loro diritti legali. Ad esempio, il rapporto rileva numerosi casi in cui agli studenti internazionali viene chiesto di pagare un bond molto più alto, o più settimane di affitto anticipato di quanto consentito dalla legge. Diffusi – come scrivono gli autori del rapporto – sono anche i casi di molestie da parte del proprietario o di altri inquilini, e sono all’ordine del giorno i rifiuti da parte dei proprietari di effettuare le riparazioni atte a garantire gli standard minimi di sicurezza all’interno degli alloggi. Alta è la percentuale poi di studenti che non riescono a ottenere indietro le caparre, anche molto ingenti e versate in anticipo, qualora decidano di interrompere la locazione perché non corrisponde agli standard abitativi concordati. A differenza di molti studenti locali, infatti, quando sopraggiungono problemi con l’alloggio, gli studenti internazionali spesso non hanno alcun sostegno familiare o sociale e non sanno in che modo gestire la situazione. Si trovano dunque intrappolati in una condizione di forte vulnerabilità, di cui spesso approfittano proprietari di immobili senza scrupoli e che ha un impatto – conferma il rapporto della Human Rights Clinic – sulla loro stabilità emotiva e dunque sui risultati accademici conseguiti.
Il fenomeno – avverte lo studio portato avanti dagli studenti della UNSW – deve essere dunque al più presto affrontato e risolto dai governi del NSW e del Commonwealth, dalle amministrazioni locali e dalle strutture educative, alle quali spetta il compito di intraprendere misure urgenti per affrontare immediatamente i problemi rilevati, perseguendo al contempo l’obiettivo di lungo termine di costruire un maggior numero di alloggi di qualità per studenti internazionali. Ma tra le principali raccomandazioni inserite nel rapporto, si sottolinea anche l’esigenza di migliorare l’accesso degli studenti internazionali alle informazioni sul mercato immobiliare e le sue regole, e di implementare di assistenza servizi per la ricerca dell’alloggio.
Accanto poi al rafforzamento dei diritti e del supporto legale nei confronti dei soggetti più vulnerabili, l’analisi promossa dalla Human Rights Clinc sottolinea anche l’esigenza di rendere i proprietari di immobili senza scrupoli maggiormente responsabili delle loro azioni. Secondo gli autori del rapporto, l’attuazione di queste misure ridurrà la vulnerabilità degli studenti internazionali sul mercato immobiliare e garantirà loro di ottenere aiuto e risarcimenti quando i loro diritti vengono violati.
(IL GLOBO, Eureka – giovedì 15 agosto 2019)