La grande opera di solidarietà compiuta dalla comunità italiana durante la pandemia

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Questa settimana il Co.As.It. di Melbourne ha pubblicato i risultati del progetto di assistenza verso i connazionali in difficoltà per gli effetti della pandemia nel Victoria. A quindici mesi dall’inizio della pandemia in Australia si chiude anche simbolicamente un percorso di impegno e coinvolgimento della comunità italiana per assistere i connazionali con visti temporanei. Un percorso ricco di iniziative di solidarietà attivatesi con modalità e tempistiche variegate, ma tutte animate dalla responsabilità della Comunità verso i suoi membri più vulnerabili.

L’associazione Nomit, nel periodo compreso tra aprile e ottobre 2020 rese operativo il progetto Risposta Comunitaria Emergenza Covid-19, fornendo assistenza a 240 connazionali in difficoltà tramite donazioni di $100 e prestiti gratuiti senza obbligo di restituzioni dell’ammontare di $500, oltre a iniziative di supporto psicologico e informativo. Nello stesso periodo di tempo l’associazione Father Atansio Gonelli con sede a Sydney assisteva 600 tra ragazze e ragazzi con buoni spesa del valore di $100. Entrambe le iniziative furono rese possibili dalla generosità della comunità italiana d’Australia dimostratasi nella raccolta fondi attivata su Rete Italia il lunedì di Pasquetta 2020. Un totale di $100k fu infatti raccolto durante la maratona radiofonica, cui va aggiunto il contributo iniziale di $17k da parte del Co.As.It. di Melbourne che permise al progetto Risposta Comunitaria Emergenza Covid-19 di partire. Nello stesso periodo il gruppo Mano nelle Mano riusciva dapprima a donare 300 vouchers per la spesa del valore di $50 e successivamente ad organizzare una distribuzione di beni di prima necessità ospitata dalla parrocchia di Santa Brigida e in collaborazione con altre associazioni comunitarie.

L’intervento delle istituzioni, sebbene non altrettanto tempestivo, si è realizzato nel progetto di assistenza del Co.As.It. di Melbourne diventato operativo dall’ottobre 2020 grazie ai $180k  forniti dal Ministero degli Esteri tramite il Consolato Generale di Melbourne. Questo ingente progetto ha garantito, come riportato nel rapporto pubblicato sul Globo lunedì 10 maggio, assistenza economica a più di 300 italiane e italiani con visti temporanei in Victoria, principalmente con aiuti di $500 dollari, a cui si è affiancato uno sportello di assistenza psicologica.

L’aggregazione di questi sforzi dà l’idea della gravità, della diffusione e della durata della situazione in cui molti connazionali si sono ritrovati durante la pandemia. Ipotizzando che alcuni dei beneficiari abbiano richiesto aiuto a più di una associazione, lo sforzo della Comunità Italiana ha permesso di assistere almeno 1000 persone. Siamo del resto consapevoli di come molti altri lavoratori migranti con visto temporaneo, per effetto delle restrizioni decise a livello governativo, per l’esclusione da ogni sorta di supporto assistenziale e per la peculiare condizione di precarietà in cui si trovano ad affrontare la loro esperienza migratoria si siano trovati costretti a rivolgersi ad altri enti caritatevoli, in primis la Croce Rossa. In molti altri casi, del resto, si siano trovati senza altre alternative se non quelle di lasciare l’Australia.

Se il compimento di un percorso di solidarietà e assistenza coincide con un allentamento dell’emergenza e con un apparente ritorno alla normalità, la realtà della condizione e della tutela dei migranti temporanei rimane sospesa nell’incertezza. Le più recenti decisioni di sospendere le restrizioni lavorative agli studenti internazionali impiegati nei settori in cui si sente maggiormente la carenza di manodopera; l’allungamento a quattro anni del periodo di attesa per i residenti permanenti per accedere ai benefici di welfare; il continuo spostamento in avanti della data di riapertura dei confini internazionali sono tutte decisioni in linea con una considerazione ostentatamente discriminatoria dei lavoratori migranti, segnali di una volontà di non intervenire sulle iniquità che li rendono vulnerabili.

Proprio l’unità d’intenti che l’insieme degli sforzi da parte di diverse anime e a diversi livelli della Comunità Italiana ha prodotto, insieme allo stesso impegno dimostrato da tanti altri gruppi comunitari in Australia durante questo lungo anno, alimentano la speranza in una sempre crescente consapevolezza sulle politiche migratorie e nella prospettiva di un movimento che si impegni a proporre delle riforme che garantiscano uguali diritti a tutti i lavoratori in Australia.

All’interno della Comunità Italiana in Australia e da parte delle istituzioni che ci rappresentano ci aspettiamo che questo sforzo assistenziale sia stato solo il primo passo verso un percorso unitario di rinnovata consapevolezza e attenzione verso le nuove migrazioni e le loro necessità, per la tutela dei diritti dei connazionali emigrati e per la risposta ai bisogni che li spingono a lasciare l’Italia e ai problemi che ne caratterizzano le esperienze lontano dal proprio paese.

 

Enrico Moscon

 

(Photo by Hannah Busing on Unsplash)