Nel 2012, anno di fondazione del Western Sydney Wanderers, si parlava molto dell’arrivo in Australia di uno dei centrocampisti più noti d’Europa. Dopo una carriera di successi ed un periodo consistente trascorso in rientro al suo amato Bayer Leverkusen, tutto sembrava pronto per il trasferimento, come marquee players, di Michael Ballack alla neonata squadra di Sydney.
Ed invece arrivò Iacopo La Rocca.
Mediano difensivo, a quei tempi in forza agli svizzeri del Grasshopper, La Rocca attirò le attenzioni di Mr. Popovic che lo volle tra i Wanderers, dove il centrocampista romano restò per tre stagioni prima di trasferirsi all’Adelaide, sua squadra attuale, giocando tre finali tra competizioni nazionali e internazionali, vincendo un campionato e un’AFC Champions League, strutturando così un palmarès che lo identifica come l’italiano più vincente d’Australia. “Non so se la definizione sia giusta”, commenta lui”Però sicuramente tra gli italiani son quello che qui in Australia ha fatto meglio”. È modesto Iacopo, ma i suoi ricordi non li svende ed ecco che quelle esperienze, si trasformano in pull factor per altri professionisti come Federico Piovaccari, “L’ho sentito prima che partisse e gl’ho detto che come esperienza era da fare. La squadra era ed è forte e il mister è in gamba e ti sprona sempre a dare il meglio”. Il “mister” a cui si riferisce è Tony Popovic, allenatore che guida i Wanderers dalla sua fondazione e che sembra avere una visione lontana dal mainstream per quanto riguarda gli innesti di giocatori stranieri nell’A-League, puntando da sempre più sulla sostanza che sul “colpo di teatro”.
Non Ballack quindi, né un Del Piero o un David Villa in scalo per New York, ma piuttosto Shinji Ono,”Una leggenda in Giappone”, ci tiene a precisare Iacopo nonché “Un uomo eccezionale, dentro e fuori dal campo” e lo stesso La Rocca il quale, forse per similitudini con il ruolo che Popovic ricopriva da giocatore, qui matura nella sua posizione di centrocampista difensivo, diventando spesso arma segreta a supporto dell’attacco; ”arma” che colpirà il bersaglio anche durante una battaglia “mondiale”, ovvero in ocasione della partita tra i Wanderers ed i messicani del Cruz Azul, durante l’edizione del mondiale per club 2014.
Quel momentaneo vantaggio, aggiungerà un primato curioso alla collezione di La Rocca, un qualcosa che tra i pofessionisti italiani, condivide solo con Nesta e Inzaghi: aver segnato nella FIFA Club World Cup.”Me l’hanno detto”, dice Iacopo sorridendo, “Sono molto felice per quel goal, è un bel ricordo ed è stata una bella soddisfazione.”,
Se è vero, come lui stesso ammette, che spesso i ricordi corrono a Sydney e ai trofei vinti, ora Iacopo pensa solo all’Adelaide United e a quelli da vincere “Sono più che felice di essere qui. Mi piace come giochiamo e credo che noi, insieme ai Wanderers e al Melbourne City saremo le squadre che conteranno; una di queste tre sicuramente vincerà la Grand Final.”.
Ad oggi l’Adelaide non vanta molti trofei in bacheca ma il più interessante è sicuramente la FFA Cup, vinta durante la sua prima edizione nel 2014. Una competizione “Bellissima, perché mette a paragone squadre dilettanti con squadre professionistiche; è un bel modo per i professionisti dell’A-League, di mostrare realmente quello che valgono. Quest’anno non abbiamo fatto molto bene ma l’anno prossimo certamente ci impegneremo per vincerla nuovamente.”.
La Rocca dunque, non è assolutamente stanco di questo calcio costantemente in divenire ma anzi, sembra voglia vivere da protagonista i cambiamenti che verranno e chissa che la prossima Grand Final, non vada ad infoltire la sua bacheca.
Pubblicato su'”Il Globo” del 31/03/2016