L’angolo del cinema…King Arthur. Legend of the sword

kingarthur-movie-191593-1280x0-png

… E quindi decidi di andare al cinema per vedere l’ultima fatica di quel pazzoide di Guy Ritchie che ti piace veramente tanto.

Del resto qua si vince facile: La spada nella roccia è uno dei tuoi classici Disney preferiti evah, Excalibur di John Boorman (1981) ti ha sempre affascinato e ti diró, pure King Arthur del 2004 ti aveva “catturato” (almeno per un po’) grazie al suo taglio realistico (te lo ricordi? 460 d.C, Artù al servizio di Roma luogotenete sul Vallo di Adriano, una Ginevra tamarra, sporca e manesca, un Merlino che di “mago” aveva poco e niente, peró mi pare si facesse le canne…)

Artu’(ro) ti è sempre piaciuto: le spade, le cotte di maglia, Sir Percival e il Sacro Graal, Tristan, Gawain, Galahad, Bors, “Lancillotto”, quel bel donnino di Ginevra, Merlino con le Converse…

“E allora ‘sto KA made in Brit, pop e un po’ Lock and Stock dovrebbe essere nella tua top list di film da rivedere e conservare, giusto?”

Non lo so… Boh.

Onestamente non ho ancora un’idea ben precisa (che bel pezzo, nevvero?).

Carissimo lettore, (e caro Guy Ritchie, so che segui questo blog e parli anche italiano) il film tecnicamente è uno spettacolo: fin dal primissimo fotogramma il regista di The Snatch ti colpisce dritto in faccia con le sue tamarrate al fulmicotone.

In pratica per Mr. Ritchie il basso Medioevo britannico non è molto diverso dai giorni nostri (e per come vanno le cose oggiggiorno mi sa che c’ha pure preso): affari loschi sottobanco, trappani sfregiati, donne che praticano il mestiere più antico del mondo (che ai tempi non era poi cosí antico, almeno credo), slang di periferia, mani in faccia, contatti mentali e aggiungere a piacere.

Insomma G.R. mette nel frullatore quello che gli piace e che ti piace: il mito classico, il cartone, un pizzico del suo Sherlock Holmes, il suo modo di fare cinema, qualche spruzzata di fantasy tipo Signore degli anelli e anche qualche fogliolina di videogames. (Sul serio, in alcune sequenze oltre al biglietto e alla poltrona dovevano darci un gioistik)

Ma vediamo più nel dettaglio ‘sto film cercando di non spoilerare nulla:

Charlie Hunnam è Semola Artu’, un giovane di Londinium, cresciuto con poco pudding e tantissime sberle, fondamentali per farlo sopravvivere nei sobborghi della città meglio conosciuta come Londra. Forza fisica 8, aspetto 9, taglio di capelli 10, doti recitative 6.

Coso lá, il Papa giovane di Sorrentino, è Vortigern, antagonista di Artu’. Il fu Watson sfoggia un capello madido, un pallore malaticcio e dei completini neri. E quindi funziona davvero bene tu mi insegni.

C’è anche l’attore di colore del Gladiatore che anche qui fa il tizio di colore e c’è pure l’australiano Eric Bana, che fa la stessa parte che ha fatto in Troy. Per cui mi sa che a ‘sti due il lavoro è venuto facilefacile.

Ci sono poi decine di personaggi tutti caratterizzati abbastanza bene (e quando parlo di caratterizzazione intendo cafonaggine, sia chiaro) ma è la reinterpretazione del mito di Excalibur la cosa che colpisce di più.

“Ma allora perché non sei entusiasta?!1”

Perché per me, carissimo lettore/coscienza, Charlie Hunnam non riesce a reggere il ruolo principale.

Come giá detto, il protagonista di Pacific Rim è fisicamente imponente ma gli mancano purtroppo quelle doti recitative ed espressive per essere un figlio di buona donna. Mentre vedevo lui provare a fare lo smargiasso di celluloide, mi immaginavo Tom Hardy e tutto rendeva molto di più.

Pensateci un attimo: il versatile Tom, magari con qualche tatuaggio e con il suo modo di parlare sbiascicante, il suo sguardo pazzoide e che pesta come un fabbro bande rivali e che pialla tutto ció che non gli va a genio? Ecco…

E invece Guy Ritchie ha scelto Hunnam che per me avrebbe potuto fare al massimo la roccia in cui è conficcata Excalibur.

È per questo che sono combattuto e forse dovrei rivedere il film, ma il protagonista non mi ha trasmesso popio nadadenada.

Una cosa per me abbastanza grave.

Il mio consiglio quindi?

Film da vedere, con qualche spunto mooolto interessante ma che non gode della stessa freschezza di Sherlock Holmes che vedeva un Robert Downey Jr. dominare la scena (che poi la domina in qualsiasi film decida di comparire).

Oh, magari è un problema mio, di certo continuo a voler bene al caro Guy.

 

P.S. La spada è una figata!

 

Ossequi,

 

Sir Cortus Melltorium Garcihad