Le vite nel limbo dei migranti temporanei in Australia

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Il 29 e 30 novembre si è svolta la conferenza annuale organizzata dal Migrant Workers Centre di Melbourne. Nell’occasione sono stati presentati i risultati di una ricerca sulla condizione dei lavoratori migranti in Australia dal titolo: Lives in limbo: The experience of migrant workers navigating Australia’s unsettling migration system. Nomit, da sempre in prima linea per difesa dei diritti dei lavoratori migranti, ha partecipato attivamente al grupo di ricerca.

I risultati a, basati su un sondaggio cui hanno partecipato oltre 700 lavoratori in Australia con un visto temporaneo, rivela gli effetti delle politiche migratorie sui diversi aspetti della vita e del lavoro dei migranti. La ricerca è inoltre arricchita dalle testimonianze raccolte in oltre 50 interviste semistrutturate.

Il sistema migratorio basato sulla migrazione temporanea lascia moltissimi giovani in un limbo: la mancanza di certezze sul raggiungimento della residenza permanente preclude ai lavoratori migranti, spesso con un alto livello di specializzazione, la possibilità di pianificare il loro futuro. A fronte dell’investimento dei loro anni migliori per cercare di acquisire a caro prezzo educazione e esperienza lavorativa in Australia, i tempi di attesa per i visti e i costanti cambiamenti delle regole vanificano i loro sforzi e li rendono vulnerabili nel mercato del lavoro. Arrivare in Australia con un visto temporaneo, infatti, è significativamente correlato all’esperienza di forme di sfruttamento

Avere un visto temporaneo preclude inoltre a molti lavoratori di poter progredire con la loro carriera. I programmi migratori cosiddetti “skill visa” generano stress sui lavoratori, esponendoli alla dipendenza dai loro datori di lavoro. Allo stesso tempo, come dimostrato dalla pandemia e dal lockdown, i migranti temporanei, tra cui molti giovani italiani, sono stati i primi a perdere il lavoro e si sono trovati senza alcuna forma di supporto.

Il report, disponibile sul sito del Migrant Workers Centre, propone 10 raccomandazioni per il miglioramento delle politiche migratorie, tra cui la definizione di tempi certi per la concessione della residenza permanente, la rivisitazione del sistema degli skilled visa e dei visti regional, l’introduzione di un maggiore monitoraggio e di servizi di assistenza e di educazione sui loro diritti nel luogo di lavoro. Tutti temi che da sempre stanno a cuore a Nomit, e che sono quantomai di attualita’ ora che con l’imminente riapertura dei confini una nuova ondata migratoria. Anche la Comunita’ Italiana è chiamata a predisorre uno sforzo unitario affinché questi giovani non si ritrovino ad essere lavoratori e cittadini di serie B, fondamentali per il benessere di tutti noi in Australia ma con meno diritti e nessuna certezza.  

 

Enrico Moscon