Un viaggio alla scoperta dei libri rari delle collezioni della State Library
Nonostante i pronostici grigi di qualche anno fa a seguito dell’introduzione degli e-book, i libri sono tutt’altro che oggetti da museo. A dimostrare l’attaccamento dei lettori per la carta stampata le vendite in continuo aumento degli ultimi anni: Nielsen Bookscan (citato recentemente dal Financial Review) ha registrato una crescita del 2,4% nel 2015, una cifra simile all’anno precedente e che conferma un trend di scala globale.
Alcuni volumi, tuttavia, hanno un valore e un pregio tali da valere una mostra: è il caso di molti dei libri delle collezioni della State Library del Victoria. In una delle gallerie tutt’attorno alla suggestiva sala di lettura La Trobe, dall’anno scorso, è visitabile la mostra “Specchio del mondo: libri e idee”. Un viaggio alla scoperta dell’evoluzione del libro e al suo rapporto con l’arte: dai grandi volumi enciclopedici con stampe di pregio alle versioni tascabili dipinte a mano per studiosi e ricchi collezionisti; dai fumetti distribuiti in migliaia di copie che ironizzano sulla vita contemporanea alle serie limitate realizzate a Melbourne da artisti contemporanei.
Tra gli esemplari rari che si possono ammirare, una delle prime edizioni di Alice nel Paese delle meraviglie acquisita l’anno scorso in occasione dei 150 anni del romanzo; le bozze originali di “Golden Boys” del 2014 dell’autrice di Melbourne Sonya Hartnett e una biblioteca in miniatura della fine dell’Ottocento con riproduzioni del Corano, della Bibbia e di dizionari in inglese, francese e tedesco di appena qualche centimetro.
Passando in rassegna le teche della mostra, non mancano autori ed opere italiani che hanno influenzato le generazioni a seguire. Grazie alle spiegazioni a margine, si scopre, per esempio, che l’imponente “Trattato di architettura” in sette volumi di Sebastiano Serlio, bolognese vissuto a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, fu la prima opera indirizzata agli “addetti ai lavori” (architetti e costruttori): una pubblicazione con un approccio pratico, non esclusivamente fruibile da accademici e letterati come era successo in precedenza.
Sempre legato all’architettura ma con un fine diverso, quello di “souvenir” sono le suggestive stampe di Giovanni Battista Piranesi, già oggetto di una mostra monografica nel 2014.
Passando ad un altro ramo del sapere, la botanica, tra i volumi di grandi dimensioni troviamo due italiani: Pietro Andrea Mattioli e Giorgio Gallesio. Il primo ha riscritto e commentato l’erbario redatto dal medico e botanico greco, Dioscoride Pedanio, che classificava 500 specie medicinali. Alla State Library, oltre alle stampe, è esposta anche la matrice in legno del sedicesimo secolo utilizzata per riprodurre uno dei disegni che corredano i commenti di Mattioli, diventati un testo di riferimento in tutta Europa negli anni successivi e tradotti in molte lingue.
Un’altra opera imponente è quella di Giorgio Gallesio: la “Pomona italiana”, la prima e più importante raccolta del suo genere dedicata alle varietà di frutta e agli alberi fruttiferi della Penisola. Gallesio, magistrato e dirigente italiano della prima metà dell’Ottocento appassionato di botanica, vi lavorò per vent’anni, tra il 1817 e il 1839, anno della sua morte. Una delle caratteristiche dell’opera è l’alto livello delle riproduzioni: Gallesio, infatti, commissionò a 20 artisti e altrettanti intagliatori le 160 tavole che riproducono otto varietà di mele, 22 di fichi e pesche, una dozzina di ciliegie e sei tipologie di albicocca.
Conclude la mostra una sezione dedicata alle stampe in serie limitata curate da alcuni artisti di Melbourne tra cui ritroviamo due nomi italo-australiani: Bruno Leti, con un volume (riprodotto in appena 14 copie) da lui illustrato che accompagna le poesie di Peter Steele, e Angela Cavalieri.
Cavalieri, di famiglia calabrese, nei primi anni di vita si esprimeva solo in italiano e questo attaccamento alla lingua dei genitori rimane forte e visibile nelle sue opere, all’interno delle quali si ritrovano spesso parole italiane, come in Luce, realizzata dopo una residenza artistica a Roma: una stampa che raffigura l’interno di una cupola ispirata dall’architettura del Tempietto di San Pietro in Montorio di Bramante ma che richiama anche la sala di lettura La Trobe della biblioteca di Melbourne. Di Cavalieri in mostra anche il volume “1316” realizzato con l’artista Peter Lyssiotis e dedicato alla Divina Commedia: il titolo stesso richiama l’anno in cui viene fatta risalire la conclusione della stesura dell’Inferno di Dante. La mostra gratuita è aperta tutti i giorni, dalle 10 alle 17, alla State Library of Victoria
SARA BAVATO
(IL GLOBO 28 aprile 2016)