La condizione di crisi sociale ed economica dell’Europa, e in particolare dell’Italia, che registra alti livelli di disoccupazione giovanile (pari al 40% per la fascia d’età tra 15 e 24 anni, dati ISTAT, 2016), un aumento dei neet (26,9% nel 2015, dati OCSE) e la precarizzazione spinta del lavoro, ha comportato negli ultimi anni una profonda sfiducia tra i giovani italiani nella possibilità di costruirsi un futuro e un’elevata condizione di incertezza e precarietà con un conseguente incremento dell’emigrazione giovanile sia verso i paesi europei che extraeuropei (ANSA 2013; Demopolis, 2013; Tirabassi, 2014; Zucca, 2018). Secondo l’AIRE (Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero) nel 2015 si è registrato un incremento degli Italiani residenti all’estero pari al 50% rispetto al 2006. Si tratta di un fenomeno complesso caratterizzato da una mobilità generazionale, prevalentemente istruita (in un indagine recente, l’87% è risultato in possesso della laurea, Armillei-Mascitelli, 2016), in cui la componente femminile eguaglia quella maschile, convinta di muoversi per scelta per cercare lavoro e migliorare la propria qualità di vita e che si inserisce in circuiti diversificati eliminando le barriere sociali tipiche dei processi migratori precedenti.
Una modalità molto diffusa per poter recarsi all’estero è il programma “Vacanze-Lavoro” stipulato dall’Italia con l’Australia e altri paesi. Si tratta di un visto temporaneo che consente di svolgere un’attività lavorativa e che per molti giovani rappresenta il primo passo per riuscire a realizzarsi.
L’Australia, in particolare, è tra le mete preferite dai giovani perché viene percepita come una nazione con innumerevoli opportunità. Secondo il recente rapporto “Giovani Italiani in Australia” (Fondazione Migrantes 2016) nel 2015 22.050 italiani erano presenti in Australia con un visto di residenza temporaneo, un incremento del 5,4% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un flusso migratorio che ha raggiunto quello degli anni 1950-51.
Il fenomeno migratorio degli italiani verso l’Australia è stato estensivamente studiato relativamente al periodo 1950-60, mentre sono poche le ricerche effettuate per l’analisi dei giovani emigranti (Bartolini-Morga, 2008; Grigoletti-Pianelli, 2016), rare quelle sociologiche. Se da una parte queste analisi hanno posto in evidenza la presenza di un fenomeno assolutamente poco considerato sia a livello di divulgazione che di ricerca, descrivendo la realtà di questi giovani emigranti, dall’altra non hanno esplorato il complesso nesso tra processi di qualificazione e dequalificazione professionale, produzione di coesione sociale e senso di appartenenza in Australia, sia nei confronti del paese d’origine che di quello ospitante, la riformulazione del legame con l’Italia, in termini sociali -professionali, il rapporto con le generazioni precedenti di emigranti.
Il progetto di ricerca intende analizzare a quali condizioni e attraverso quali risorse sociali la recente immigrazione giovanile italiana in Australia favorisce la formazione di una coesione sociale e come si relaziona con le comunità storiche di emigranti.
L’obiettivo non è solo quello di analizzare le motivazioni delle migrazioni ma esplorare le modalità con cui si forma l’appartenenza e un nuovo tessuto sociale che si integra con quello australiano.
La ricerca è focalizzata sulla comprensione delle pratiche relazionali e cognitive vissute dai giovani italiani e come esse influenzano il loro grado di integrazione sociale nel contesto della società australiana e come questa esperienza possa diventare una risorsa di crescita professionale da reinvestire nel proprio paese d’origine.
Per la realizzazione del progetto di ricerca è necessario intervistare i giovani italiani emigrati negli ultimi anni. Per il campionamento l’associazione NOMIT ha dato la sua disponibilità a collaborare alla ricerca. Le interviste dei giovani immigrati sono effettuate sia attraverso questionari online che interviste biografiche. Il questionario è articolato in tre sezioni: dati demografici (genere, età, provenienza territoriale, titolo di studio, esperienze lavorative in Italia e in Australia), qualità delle relazioni con italiani e australiani, con le istituzioni, natura dell’appartenenza) e aspettative verso il futuro e valori.
Come Nomit, invitiamo tutti a partecipare al questionario e aiutare una ricerca che parla di noi.
Per accedere al questionario comincia da qui
(I nomi dei partecipanti al questionario saranno inseriti in una lotteria e i primi 5 estratti vinceranno un premio di 100$)
M. Giardiello*, R. Capobianco*, H. Cuervo**, B. Dadvand**
*Università degli Studi Roma Tre – ** University of Melbourne
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