Road to Palermo

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Raccogliere la voce dei giovani italiani che in questi anni si sono sparsi per il mondo e comprenderne le esigenze, è questo l’intento del “Seminario per la creazione di una rete di giovani italiani nel mondo” che si terrà a Palermo il prossimo aprile e che è stato indetto dalla VII Commissione del CGIE, con il patrocinio del MAECI e il partenariato del Comune di Palermo.

L’iniziativa è rivolta agli italiani tra i 18 e 35 anni residenti all’estero, nonché a coloro che fanno parte delle cosiddette “seconde” o “terze generazioni”, con particolare attenzione però, alle criticità sociali sperimentate da chi fa parte del nuovo fl usso migratorio.

Il Seminario si comporrà in un’assemblea di 150 elementi, stando alle linee guida diff use dal CGIE, e ai Com.It.Es spetta il compito di individuare i delegati che rappresenteranno a Palermo le proprie aree territoriali.

Per quanto riguarda la circoscrizione consolare del Victoria e Tasmania, il Com. It.Es di competenza ha avviato una selezione aperta, cercando di coinvolgere, oltre a membri singoli della comunità che hanno in precedenza collaborato direttamente con il Com.It.Es stesso, anche associazioni come il Nomit. La selezione, a totale discrezionalità del Consiglio direttivo del Com.It.Es, che si è anche visto accordare dal CGIE la possibilità di indicare ben tre delegati, è alla fi ne ricaduta su Chiara De Lazzari (Ph.D. in Scienze Politiche alla Swinburne University), Nicholas Musto (assistente scolastico laureato in Studi Italiani alla La Trobe University) e Fabrizio Venturini, vicepresidente di Nomit.

“Personalmente, e questo è un sentimento ampiamente diffuso all’interno di Nomit, prendo molto sul serio l’appuntamento di Palermo”, ha dichiarato Fabrizio Venturini a Eureka, spiegando come la candidatura del Nomit sia maturata dopo le consultazioni avvenute con il Com.It.Es del Victoria e della Tasmania e a seguito di un dibattito interno teso a comprendere quale opportunità il seminario di Palermo potesse davvero riservare alla multiforme e composita nuova immigrazione. “Il contesto associazionistico degli italiani all’estero – ha continuato il vicepresidente di Nomit – ha per sua natura la conformazione di un ginepraio in cui è difficile districarsi ed esprimersi e chiunque decida, animato dal principio di sussidiarietà di cimentarsi in prima persona in tale contesto, ha il dovere, a margine dell’impegno pratico quotidiano, di prendere le misure di detto ginepraio e cercare, sul medio periodo, di sfrondarlo per renderlo più facilmente percorribile a tutte e tutti. Proprio a Palermo – è la speranza – potrebbe esserci l’occasione di riuscire a immaginare quel ginepraio come un ordinatissimo giardino all’italiana”.

Naturalmente, rimangono alcuni dubbi ancora da fugare, come quello espresso da uno degli altri delegati del Victoria e Tasmania, Nicholas Musto, il quale si chiede come, in occasione del Seminario, le seconde e terze generazioni possano fattivamente contribuire al dialogo sulla principale questione posta al centro del dibattito: in che modo le Istituzioni italiane possono supportare il cosiddetto “nuovo fl usso”, ossia chi è costretto a vivere all’estero con visti temporanei, senza garanzie di successo per la propria esperienza migratoria e al di fuori di ogni circuito assistenziale. Perplessità sussistono anche riguardo al precedente del 2008, quando ebbe luogo la prima “Conferenza dei giovani italiani nel mondo”, la quale, seppur con notevole intuizione, anticipò i tempi di quello che fu poi il grosso fl usso migratorio degli anni seguenti, non pare sia riuscita a centrare il proprio obiettivo di creare una stabile “rete” di giovani italiani residenti all’estero.

Raccogliendo l’eredità della prima conferenza del 2008, il nuovo incontro di aprile partirà comunque dai tavoli di lavoro su cui all’epoca si imperniò il dibattito principale, articolato su temi quali la rappresentanza istituzionale e politica, il mondo lavoro in un contesto migratorio, il ruolo dei media esteri, il rapporto tra identità italiana e multiculturalismo, la diff usione della lingua e della cultura italiana nel mondo.

“Noi di Nomit – conclude Fabrizio Venturini in vista del seminario – lavoriamo e lavoreremo per far sì che dubbi e perplessità siano superati, e per rendere l’occasione di Palermo il primo passo per la costruzione di una rete assistenziale funzionale per coloro i quali decidono di lasciare l’Italia oggi”.

(IL Globo, Eureka, giovedì 7 febbraio 2019)
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