Da oggi, grazie al prezioso contributo di Corto M. Garcia, inauguriamo sul nostro blog una pagina dedicata alle recensioni cinematografiche, non solo dei film, ma anche delle serie tv, perché pensiamo che il cinema e la televisione siano uno degli specchi della società che ci circonda. Nel farlo, tuttavia, pur mantenendo una prospettiva critica sul tema, cerchiamo, come al solito, di non prenderci troppo sul serio. Per chi volesse, una versione diversa delle recensioni può essere letta anche sulla pagina di Eureka sul Globo una volta al mese.
Speriamo che l’idea vi piaccia! Buona lettura
Benz o Rang Rov?
Questa volta voglio cambiare registro, voglio essere diretto e affilato, voglio rivolgermi a te che leggerai questi miei grafemi inconsulti travestiti da recensione su una delle serie TV più controverse e discusse degli ultimi anni.
Si, é cosí, poche storie. Gomorra la serie ha spaccato tutto quello che c’era da spaccare, in casa e fuori casa, perché che ti piaccia o no viene trasmessa in oltre 50 paesi (e non parlo di Villa Santina, Dosson o Capaccio).
Sarò particolarmente di parte nella descrizione di questa serie quindi sei ancora in tempo per chiudere tutto e spendere meglio il tuo tempo, magari mangiandoti un panino alla mia. Sennò dedicami questi 5 minuti.
Torniamo ai 50 paesi. Forse questa cosa ti “perplime”, ti genera mestizia, magari dirai “ma veramente questa é l’Italia? Dovrei esaltarmi per quattro tamarri di Napoli che parlano in dialetto e accoppano il prossimo per il vile daaanaro? Che si mangiano la droga? Ma laggente sta fuori, non ci toglieremo mai di dosso lo stereotipo di italiano, pizza e mandolino (e mamma) !!!”
Ora, a parte che io un mandolino non l’ho mai visto (e forse nemmeno tu), quello che viene raccontato in Gomorra (e sono sicuro che lo sai), succede in ogni paese del mondo “civilizzato”.
Quello che succede (e che ti disturba) a Napoli, che poi é la periferia di Napoli, ovvero Giugliano, Scampia, Secondigliano, (nella serie non si vedrá mai Napoli) succede a Milano, Sydney, Tokyo, Madrid (aggiungere a piacere).
Perché é inutile giraci intorno: la camorra (cosí come la ‘ndrangheta) fa o business con i signori della droga dell’America Latina, si infiltra nei consigli comunali italiani (e di mezzo mondo) e ricicla denaro magari fino al Polo Sud in quel casino gestito dagli Esquimesi.
Forse ti sta poco simpatico Roberto Saviano (in effetti, dopo l’ultimo Tweet riguardante Usain Bolt… L’hai letto?) lo trovi tronfio e pedante. Sono gusti, non voglio convincerti del contrario, ma a mio modesto avviso R. Saviano é uno scrittore e un intellettuale finissimo (e che i 50 paesi di sopra ci invidiano, ma tant’é). Rispetto comunque la tua opinione, ma qui parliamo però della serie TV.
Magari la veritá é che noi siamo “esterofili”, ci hai mai pensato?
Ci esaltiamo per Il Padrino, C’era una volta in America, I Sopranos e tiriamo il naso all’insú quando si tratta di valutare obiettivamente i prodotti nostrani e genuini.
Perché Gomorra la serie é nostro. A kilometro 0. Dal produttore al consumatore. Punto.
Molti attori vengono presi dalla strada, salvati giusto in tempo dalla mano nera, altri sono studenti (magari di arte drammatica) che studiano grazie alle borse di studio messe a disposizione e pagate da Roberto Saviano (ma forse lo sapevi)… Gli altri sono “solo” attori con i contro attributi.
Si hai letto bene, la recitazione é di livello altissimo.
La sceneggiatura e la regia (di Sergio Sollima, che ha anche supervisionato l’intero progetto insieme al tuo “nemico” Saviano) superano di gran lunga le tanto amate produzione merigane.
Le tinte usate dal regista (che hai giá sentito nominare per Romanzo Criminale la serie, altra serie notevole) sono livide e cupe come un quadro della scuola fiamminga; l’alchimia che raggiungono gli attori é roba da Actors Studio.
La scrittura dei dialoghi é talmente serrata e sontuosa da rendere la sospensione dell’incredulitá la “tua piú cara amica tua”: perché si, empatizzerai tantissimo con ‘sti buzzurri avidi della banlieue partenopea, proprio come qualche anno fa hai fatto il tifo per Walter White (o Tony Ciccione). Non approverai mai i metodi (ci mancherebbe) della camorra ma sarai rapito dai piani contorti e taglienti di Ciro Di Marzio (Marco D’Amore) e dalla ferocia di Pierto Savastano (Fortunato Cerlino) e dalla tridimensionalitá che caratterizza don Salvatore Conte (Marco Palvetti).
Sarai talmente impressionato dalla trasformazione fisica e psicologica di Genny Savastano, che non potrai fare a meno di pensare a un De Niro o Bale. Qua te la sbatte in faccia con veemenza Salvatore Esposito.
Ti ricordi la barbarie in cui l’Italia era sprofondata ai tempi di Kenshiro, Tiger Mask (sia lodata Italia 7 Gold)? Dai, quando le mamme degli ultra trentenni di oggi si lamentavano dicendo che gli anime erano violenti e diseducativi? Ecco. Vediamo di non fare la stessa figura da cioccolataio. Usciamo da ‘sto Medioevo…
Perché le crime series ti piacciono, probabilmente stai pure pensando di vedere Narcos. Mo’ mi vuoi dire che Escobar é meglio di Pietro Savastano? Eddai…
Ti lascio con le attualissime parole di Luciano De Crescenzo estratte dal dialogo tra il Prof. Bellavista e un camorrista in Cosí parlo Bellavista:
“Siete napoletani e ammazzate Napoli.
Eh già, perché ci sono i commercianti che falliscono, le industrie che chiudono, i ragazzi che sono costretti ad emigrare…
Ah già, poi volevo dì un’altra cosa: ma tutto sommato, nunn’è che fate na vita ‘e merda?
Perché penso io: Gesù sì, fate pure i miliardi, guadagnate, però vi ammazzate tra di voi, poi anche quando non vi ammazzate tra di voi, ci sono le vendette trasversali, vi ammazzano le mamme, le sorelle, i figli… Ma vi siete fatti bene i conti? Vi conviene?”
Perché é cosi che vivono i protagonisti di questa
controversa serie tv.
Salut.
Corto M. Garcia