Riceviamo e ripubblichiamo, per darne la più ampia visibilità possibile, il comunicato del presidente del Coordinamento della Democrazia Costituzionale, Alfiero Grandi.
La Costituzione italiana, da molti anni al centro dell’attenzione demolitrice delle diverse maggioranze parlamentari e di governo, sempre uscite sconfitte dal tentativo di modificarne la struttura e gli strumenti posti a garanzia per i cittadini, è nuovamente oggetto di aggressione anche nel nuovo contesto politico costituitosi dopo le elezioni politiche del 4 marzo 2018.
Un’aggressione che si caratterizza con nuove forme e diverse modalità,contrassegnate da un’unica matrice di fondo: la negazione dei diritti fondamentali e universali delle persone, dei principi di solidarietà ed eguaglianza, che dal 1948 accompagnano e rafforzano la democrazia costituzionale in cui viviamo.
Mai come ora si assiste –in particolare da parte di chi ricopre funzioni ai vertici istituzionali –ad un’azione politica diretta ad insinuare e coltivare nella vita civile la discriminazione tra le persone. Si vive quotidianamente in questo Paese la privazione effettiva dei diritti al lavoro, ad una efficiente sanità pubblica, all’istruzione, alla casa. In questo quadro di negazione dei diritti si assiste contemporaneamente a propagande e a comportamenti, fuorvianti per l’opinione pubblica, diretti a insinuare la fasulla convinzione che l’assenza dei diritti, quello al lavoro in primo luogo, e la mancanza di garanzie, quella alla sicurezza dei cittadini in particolare, siano determinati dalla presenza nel nostro territorio di uomini e donne provenienti da altri Paesi.
In questo modo si ricrea la logica del capro espiatorio che negli anni 30 del secolo scorso portò all’abiezione estrema delle leggi razziali.
In palese contrasto con i principi costituzionali su cui si fondano i diritti e i doveri delle persone, di tutte le persone, a partire dai fondamentali articoli 3 e 10, con questa logica si stanno progressivamente legittimando comportamenti illeciti e condotte criminose ed eversive, aggravati dall’essere rivendicati come esercizio di funzioni pubbliche. Si rivela così in tutta la sua pericolosità il manifesto tentativo, da parte di chi riveste delicatissimi ruoli istituzionali, di delegittimare la funzione giurisdizionale per sfuggire al controllo di legalità.
Ancora una volta appare chiaro che l’attuazione concreta della Costituzione non sia, come dovrebbe, il riferimento fondamentale dell’agire politico. La vittoria del NO nel referendum costituzionale del dicembre 2016 ha tracciato la strada per la rinascita di una coscienza collettiva democratica; la mobilitazione e l’impegno di tanti cittadini sono riusciti a fermare chi voleva stravolgere la Costituzione per modificarne soprattutto la forma di governo. La consapevolezza e la volontà di difendere uniti la democrazia costituzionale costituiscono il principale ostacolo ai disegni reazionari e autoritari di mutamento delle nostre istituzioni. Disegni che sono ancora palesi oggi, così come non sono cambiati soggetti e formazioni politiche che da quel tentativo di demolizione sono usciti sconfitti.
Nuove forme di attacco alla Costituzione sono in atto, con fatti compiuti, e non possono escludersi, perché già annunciati, rinnovati tentativi formali di modifica della Carta. Siamo in presenza di una deriva autoritaria e presidenzialista, destinata anche a ridurre drasticamente il ruolo del Parlamento, la cui centralità come sede rappresentativa della sovranità popolare viene apertamente messa in discussione. Ciò richiede reazione e un rinnovato impegno per ricostruire le energie democratiche per impedire tentativi di annullamento dei diritti e di esasperazione delle disuguaglianze.
Occorre, nel contempo, avviare una campagna politica a lungo termine che sappia vigilare e incidere sulle scelte legislative ed esecutive, affinché siano ripristinati i valori costituzionali su cui si fonda la convivenza civile, insieme occorre l’impegno concreto perché i diritti e doveri dettati dalla Costituzione trovino realizzazione pratica e concretezza nella vita democratica del Paese.
In questa situazione, mai sopita di pericolo per la democrazia, il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale invita a raccogliere tutte le energie e le culture, cittadini, soggetti sociali e formazioni associative che si riconoscono nei valori della democrazia costituzionale per una nuova stagione di lotta perla Costituzione.
Roma, 16 settembre 2018
Massimo Villone, Silvia Manderino, Alfiero Grandi, Domenico Gallo, Mauro Beschi, Francesco Baicchi,Mauro Volpi, V incenzo Vita, Antonio Esposito, Livio Pepino, Riccardo De Vito, Alfonso Gianni, Antonio Di Pietro, Pietro Adami, Maria Longo, Antonello Falomi, Giovanni Russo Spena, Enzo Palumbo, Antonio Caputo, Carlo Di Marco, MariaPaola Patuelli, Raniero La valle, Antonio Pileggi, Marta Pirozzi, Socrates Negretto, Francesco Lovo, Giulia Venia, Sergio Caserta, Maria Ricciardi Giannoni, Lisa Coan, Paolo Caretti, Mauro Sentimenti, Luciano Favaro,Leonardo Becheri, Sara Malaspina