Il 1 luglio la legge contro il Wage Theft è entrata ufficialmente in vigore nello Stato del Victoria dopo essere stata approvata circa un paio di settimane fa dal Parlamento.
Per Nomit, che dal 2013 denuncia questa grave deviazione nei rapporti di lavoro, la legge è un grande passo avanti nella tutela dei diritti dei lavoratori e nella difesa dell’intera struttura sociale. Fin dalla sua nascita la nostra associazione si è sempre impegnata nel combattere questa pratica illegale e lesiva della dignità del lavoro che affligge largamente gli emigrati italiani arrivati in Australia negli ultimi anni. Lo abbiamo fatto cercando di sollevare il problema quando solo in pochissimi ne parlavano; lo abbiamo fatto facendo del nostro meglio per fare informazione e sensibilizzando i giovani italiani a denunciare questa pratica di sfruttamento; lo abbiamo fatto perché crediamo profondamente nella dignità del lavoro. Consideriamo dunque questa legge, in parte, anche una nostra piccola-grande vittoria. Ancora più importante perché non è la vittoria di una componente della società su un’altra, quanto piuttosto una conquista di tutta la componente sana e onesta della nostra società sugli approfittatori e i disonesti.
E’ importante sottolinearlo, perché la retorica che dipinge la legge sul Wage Theft solo come una vittoria dei lavoratori, o la definisce come mossa da una volontà punitiva nei confronti delle aziende, è strumentale a confondere le acque, creare divisioni e conflitti su un tema che invece è tutt’altro che ideologico. O meglio, non è affatto ideologico nel senso che i critici di questa legge vorrebbero. Come ripetiamo da sempre, infatti, e come abbiamo tentato di comunicare durante i nostri annuali incontri del Forum sui diritti dei lavoratori, difendere giuste ed eque retribuzioni è non solo un impegno civile a protezione dei soggetti più deboli e vulnerabili, ma anche un atto di tutela nei confronti di tutte gli imprenditori onesti, che sono la maggioranza. Per un piccolo commerciante, un ristoratore, una piccola azienda infatti, la concorrenza sleale di chi si approfitta dei lavoratori sottopagandoli è un pericolo che mette a repentaglio la loro stessa sopravvivenza.
Per questo l’impegno, morale e sociale di Nomit nel contrastare il furto dei salari, è stato sempre portato avanti nella duplice consapevolezza che questa fosse una battaglia civile tanto per la difesa dei lavoratori, tanto quanto al fianco di tutti gli imprenditori onesti. Se proprio si vuole porre la questione sul piano ideologico allora, quella contro il wage theft si può ben considerare una battaglia per una società più giusta e onesta e contro chi, invece, vorrebbe che dilagassero la disonestà e lo sfruttamento.
(IL Globo, Eureka, 2 luglio 2020)
Nella foto, gli amici del sindacato Hospo Voice manifestano davanti al Parlamento per celebrare l’approvazione della legge contro il Wage Theft