Work in Progress 2016 – L’antidoto allo sfruttamento

Work in progress

“Dimmi e dimenticherò, insegnami e forse ricorderò, coinvolgimi e imparerò”. Una frase di Benjamin Franklin citata da Maria Azzurra Tranfaglia, ricercatrice della University of Melbourne e moderatrice del forum assieme a Giovanni Di Lieto, condensa l’intento e la visione di Nomit nel proporre per il terzo anno consecutivo il forum sui diritti dei lavoratori Work In Progress, tenutosi non a caso all’indomani del primo maggio. Un’iniziativa di informazione che sta crescendo di anno in anno, assieme all’organizzazione no profit, e che ha visto una folta partecipazione di giovani e meno giovani non solo italiani, a conferma dell’importanza di educare i lavoratori temporanei in Australia sui propri diritti.

Come ha sottolineato il console generale Marco Maria Cerbo nel primo intervento di lunedì pomeriggio alla Kathleen Syme Library, quella che spesso è stata definita una nuova ondata di migranti italiani in Australia è in realtà un fenomeno complesso ma che si caratterizza per la temporaneità della permanenza. Tra le tipologie di visti più comuni scelti dai connazionali, ci sono i visti vacanza lavoro, il cui picco di richieste sembra ormai superato e ha registrato nel periodo 2014-2015 un calo del 6,3%. Il numero di visti studente rimane altissimo, confermando che l’istruzione è il settore trainante delle esportazioni australiane, particolarmente forte in Victoria. L’altra tipologia di visto è il 457 (skilled temporary work) considerato dai più come “la strada verso la residenza” ma è raggiungibile da pochi: a fine 2015, i detentori del visto erano 2260.

Anche se l’aspirazione di chi arriva in Australia è quella di ottenere la residenza, spiega il console, la realtà è che sono pochi i cittadini italiani che riescono a rimanere: in base ai dati, nel 2013-14 sono stati poco più di mille i nuovi “settlers” italiani.

I lavoratori temporanei, ha ribadito il console, ossia le persone che rimangono nel paese per un periodo breve, sono quelle che rischiano di incorrere più facilmente in situazioni spiacevoli di discriminazione e sfruttamento, perché poco consapevoli del nuovo contesto e dei propri diritti.

Iniziative come il Forum, lo sportello Welcome di Nomit al Consolato sono fondamentali in questo senso, come è di vitale importanza sapere a chi rivolgersi in caso di dubbi o abusi. Una delle organizzazioni no profit attive in questo senso è Jobwatch che fornisce assistenza legale gratuita in materia di impiego. L’avvocato principale dell’ente, Gabrielle Marchetti ha catturato l’interesse del pubblico soffermandosi sui diritti dei lavoratori e sulle informazioni essenziali per capire la propria posizione: la differenza tra posto fisso e contratti casual; i minimi salariali e i requisiti delle buste paga; bullismo e discriminazione. Ogni tema è stato approfondito con esempi pratici per permettere ai partecipanti di capire affondo anche quelle sfumature che, spesso, non vengono colte da chi entra per la prima volta nel mondo del lavoro australiano e che invece sono determinanti per individuare episodi di sfruttamento.

Il terzo intervento è stato a cura di Caitlin Burns, career coach australiana con una grande passione per l’Italia che da alcuni mesi offre consulenze ai soci di Nomit, guidandoli nella redazione di curriculum efficaci (e che si adeguino agli standard australiani) e nella preparazione al colloquio. I datori di lavoro o le agenzie impiegano dai 30 secondi al minuto al massimo per passare in rassegna una candidatura. Anche se, come dimostrato da uno studio, in Australia un cognome italiano viene “discriminato” positivamente rispetto a quelli di altre nazionalità, ma è comunque essenziale sapere come presentarsi. Messi in pratica, i consigli di Caitlin funzionano e lo ha testimoniato l’intervento di Simona Mauriello, una ragazza italiana che ha approfittato dei servizi di coaching professionale di Nomit ottenendo una posizione in un’azienda vinicola.

L’edizione 2016 del Work Forum ha visto per la prima volta la partecipazione della The Sicilian Association of Australia che ha permesso ai giovani partecipanti di incontrare alcuni professionisti italo-australiani. Presentati dal presidente della TSAA Massimo Petterlin, hanno preso la parola l’architetto Carlo Corallo e due ristoratori, Tony Nicolini e Claudio Casoni. In particolare, Corallo ha sottolineato l’importanza dell’atteggiamento con il quale ci si presenta a potenziali datori di lavoro, l’entusiasmo che si dimostra e la capacità di mostrare subito i propri punti di forza che differenziano da altri candidati. Fondamentale, ma forse non per tutti scontata, la conoscenza della lingua sia scritta che orale.

A conclusione del forum, al quale ha partecipato anche il professor Bruno Mascitelli della Swinburne University, la TSAA, ha offerto un rinfresco che è stata un’opportunità di networking per relatori e pubblico, tra cui erano presenti anche il presidente del Comites, Francesco Pascalis, e la vice console indonesiana Banga Malewa.

Scarica la GUIDA Work in Progress 2016 by Nomit 

SARA BAVATO

(IL GLOBO, 5 maggio 2016)